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Ha detto bene Virginia Raggi: se lei dovesse diventare la sindaca di Roma, saremmo davanti a un evento storico. Ma una donna che diventa prima cittadina delle capitale è solo la punta di un iceberg che racconta, in queste amministrative, un grande protagonismo politico da parte delle donne. E come se la società avesse corso tantissimo e oggi anche la politica sia definitivamente cambiata.Non significa dire che tutte le donne candidate sono brave o migliori, significa dire che si è rotto quel meccanismo che le escludeva dalla vita pubblica o che le assegnava ruoli minori. Oggi, che ci piacciano o no, sono loro le grandi protagoniste di un appuntamento che se descrive un Paese diviso, ci dice anche che è un Paese che è andato avanti.In alcuni casi le candidate rappresentano anche qualcosina in più rispetto ad altri candidati o candidate. E il caso di Chiara Appendino, che si è imposta a Torino andando al ballottaggio con Piero Fassino e prendendo una quantità di voti superiore alle aspettative. Trentun anni, una laurea alla Bocconi, non ha accettato di farsi dettare la linea da Casaleggio e associati e non ha firmato nessun patto con i suoi eventuali tutori. Ha detto che un sindaco esercita il suo ruolo in autonomia, dimostrando che anche nel mondo grillino non cè solo Pizzarotti che non vuole prendere ordini. Una bella lezione di politica e di democrazia, che la ha ripagata con un successo straordinario.A Roma oltre Virginia Raggi, cè Giorgia Meloni, che non è riuscita ad arrivare al ballottaggio, ma facendo fino allultimo tremare il candidato Pd Roberto Giachetti. Ha corso quasi da sola, con lappoggio solo della Lega che a Roma non ha un suo elettorato radicato. Ed è riuscita a conquistare il voto populista strappando consensi sia a Raggi che a Marchetti, il suo competitor maggiore.In tutte le liste sono state numerose le donne che si sono imposte, che hanno guidato i propri partiti, senza più schemi legati al passato. Mara Carfagna a Napoli e Maria Stella Gelmini a Milano sono state regine di preferenze, caratterizzando con la loro presenza la campagna elettorale di Lettieri e di Parisi, che vanno entrambi al ballottaggio.Anche in queste elezioni si è potuta dare la doppia preferenza, per sollecitare il voto alle donne, ma forse - visti questi risultati - è il momento di abbandonare ogni forma di tutela per buttarsi in mare aperto. Le elezioni americane, se dovesse vincere Hillary Clinton, saranno un passo successivo verso unaffermazione delle donne in politica che non ha avrà più bisogno delle pari opportunità.E non dite che sono migliori. Che le donne rappresentano un salto di qualità. Il salto di qualità è dato dal rompere il meccanismo dellesclusione. Dal punto di vista dei contenuti le donne a volte sono migliori a volte peggiori, dipende dalle idee che ognuno persegue. Ma dopo questa affermazione lo possiamo dire: andiamo avanti.