«Non è vero che ho accusato i pm di aver diffuso le intercettazioni ma c’è stato un difetto di vigilanza». Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio in commissione Giustizia della Camera illustrando le linee programmatiche del suo Dicastero. La diffusione arbitraria di intercettazioni non è civiltà né libertà. Sono pronto a battermi fino alle dimissioni ricordando come «il vulnus non ha colpito solo politici e amministratori, ma anche magistrati», ricordando Loris D’Ambrosio, morto «forse perché coinvolto in questa porcheria di diffusione arbitraria».

Nordio e l'Alta Corte

Un’«alta Corte, formata da giuristi indipendenti» e «svincolata dalle correnti della magistratura». Questa la proposta per le valutazioni disciplinari delle toghe messa in evidenza dal Guardasigilli Carlo Nordio nella sua audizione odierna davanti alla Commissione Giustizia della Camera.

«Mai i pm sotto l'Esecutivo»

«Potete pensare che una persona che è entrata in magistratura 45 anni fa perché desiderava essere un elemento della giurisdizione libera, autonoma e indipendente, possa auspicare, prevedere, volere una soggezione del pm al potere esecutivo? È quasi un’offesa personale», ha detto Nordio, sottolineando che «il pm italiano è l’unico al mondo che esercita un fortissimo potere senza nessuna responsabilità: è il capo della polizia giudiziaria, ma gode della stessa garanzia di indipendenza e autonomia del giudice».