Roma, 23 nov. (Adnkronos) - Dall’acqua dolce al mare, nei fiordi profondi del Nord della Norvegia. L’allevamento del salmone nel paese nordico avviene attraverso un processo di acquacoltura sicura e sostenibile fatto di regolamenti severi su certificazione e gestione degli impianti. Il salmone vive in mare ma si riproduce in acqua dolce. Dopo la fecondazione delle uova, l’embrione viene tenuto in acqua dolce per 60 giorni fino alla schiusa. Quindi, cresce per 16 mesi quando può essere trasferito in mare. Qui viene tenuto in gabbie galleggianti per circa 14-22 mesi fino a quando raggiunge un peso che va dai quattro ai sei chilogrammi. Gli impianti di allevamento sono situati nei fiordi profondi, con un flusso naturale di acqua marina fredda e ricca di ossigeno, ambiente ideale per il salmone atlantico. Arrivato a cinque o sei kg di peso, viene portato in uno stabilimento nell’isola di Lovund, a 30 km dalla terraferma. Da qui, infine, la consegna in tutto il mondo in meno di 48 ore da quando viene prelevato dall'oceano dopo attenti controlli sulla qualità. Secondo la legislazione norvegese, l’allevamento del salmone deve rispettare gli ecosistemi locali. Ogni impianto di acquacoltura è gestito in modo sostenibile e garantisce uno spazio adeguato al movimento dei pesci in un ambiente pulito: in questi impianti, infatti, il 2,5% del volume è rappresentato dal pesce e il 97,5% dall’acqua. Il salmone viene nutrito solo con mangime di alta qualità e dal 1987 c'è stata una riduzione nell’uso di antibiotici pari al 99%. Gli allevamenti possono operare solo su licenza che si ottiene rispettando criteri molto rigidi: devono trovarsi in mare aperto, nelle acque fredde e limpide dei fiordi, lontano dalle rotte del traffico marittimo. Inoltre, devono osservare un periodo di riposo al termine di ogni ciclo durante il quale il fondale marino viene monitorato con l’obiettivo di preservare l’ecosistema naturale. Il numero degli impianti è limitato: possono essere meno di 750 per oltre 28mila km di coste.