L'Ordine degli avvocati di Roma non ci sta. E dopo il triplice omicidio di Roma, protesta contro quell'accusa circolata sulla stampa per cui sarebbe consuetudine dei legali recarsi nelle case appuntamento di Prati durante la "pausa pranzo", come clientela-tipo delle escort. «In merito ai tragici fatti di Roma, gli omicidi che hanno macchiato di sangue la Capitale, occorre una riflessione - scrive il presidente Antonio Galletti in una nota -. Leggere su importanti quotidiani dei quali omettiamo il nome, per carità di patria e per evitare di fare loro pubblicità, reportage in cui si parla di escort e si racconta della presunta pausa pranzo degli avvocati fa davvero cadere le braccia». Anche «perché noi - prosegue la nota - per custodire e garantire al meglio i diritti e le libertà dei nostri assistiti, spesso non abbiamo neppure il tempo per dedicarci al pranzo» «Immaginiamo ci siano stati probabilmente giornalisti, magistrati, commercianti ed operai fra i clienti delle povere vittime e chi più ne ha più ne metta - scrive ancora Galletti -. Individuare una intera categoria di professionisti come la clientela-tipo della prostituzione è una generalizzazione talmente becera da risultare ridicola e rispetto alla quale, comunque, proporrò al Consiglio, alla prossima adunanza, di interessare lautorità inquirente. Per adesso ci limitiamo a suggerire maggiore attenzione per il futuro». L'Ordine richiama quindi la stampa a una maggiore attenzione, ma anche a «una maggiore preparazione per quanto riguarda la geografia della città eterna: Via Durazzo e Via Riboty sono nel Quartiere della Vittoria e non in Prati».