E' soltanto una innocua, simbolica e in fondo inutile fascetta arcobaleno, e non sarò certo quel pezzetto di tessuto a impedire al governo del Qatar di sbattere in galera omosessuali e trans. Eppure appena la Fifa (l'organismo che governa il calcio mondiale) ha saputo che i capitani di sette nazionali volevano indossarla per protestare contro la discriminazione della comunità Lgbtq nel paese arabo  è scattato il divieto: cartellino giallo preventivo per chiunque esibisca una fascia non ufficiale. E al secondo cartellino scatta la squalifica. Per giustificare l'ingiustificabile è stato citato all'articolo 13.8.1 del Regolamento che alla voce "Equipaggiamento" prevede che venga indossata la fascia di capitano della Fifa "Siamo frustrati, è una decisione incomprensibile e senza precedenti, saremo costretti a rinunciare" ha tuonato la Football Association inglese precisando giustamente che "vincere le partite" è la priorità di ogni squadra. E ci mancherebbe altro. Insomma quel cuor di leone del presidente Gianni Infantino non vuole irritare gli emiri di Doha, il potentissimo clan al-Thani, dinastia che governa il Qatar da 150 anni e che ha inondato di miliardi la Fifa per ottenere l'assurda e vergognosa assegnazione dei Mondiali 2022. Dimostrando di essere quello che è: un'organizzazione di pavidi e ipocriti affaristi che hanno svenduto la loro residua credibilità in un fiume di petrodollari e che come tutti i servi zelanti, annegano la dignità nell'autocensura. Ci risparmiassero però le ammorbanti e ridicole campagne pubblicitarie sui "valori dello sport", sui diritti e la solidarietà, quegli spot patinati e zuccherosi infarciti di retorica contro le discriminazioni, con i campioni e le star del calcio globale che si rivolgono ai giovani farfugliando di respect, di no-racism e  paccottiglia varia. Hanno regalato il mondiale a una nazione che ritiene l'omosessualità una malattia mentale, che tratta i lavoratori stranieri come gli schiavi delle piantagioni sequestrandogli i passaporti (oltre 6500 vittime nei cantieri per costruire gli stadi), che sbatte in galera gli oppositori o chiunque critichi pubblicamente il regime, che ritiene le donne degli esseri umani di serie b. Ma il problema è la violazione dell'articolo 13.8.1 del Regolamento.