L'equipaggio della Iuventa ha condotto operazioni di ricerca e soccorso nel corso del 2016 e del 2017, fino a quando la nave è stata confiscata dalle autorità italiane il 2 agosto 2017. Una parte dell'equipaggio, insieme ad altre Ong, è stata indagata per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Per 6 imputati su 10, il caso è stato archiviato nel marzo 2021. Contro i restanti quattro membri dell'equipaggio, il procedimento è stato aperto. La prima udienza preliminare si era svolta il 21 maggio 2022 a Trapani.  Secondo l'equipaggio della Iuventa «nel più grande procedimento penale contro soccorritori civili in mare, da cinque anni non solo non ci sono prove sufficienti per giustificare il sequestro di una nave da soccorso ma nemmeno i presupposti per un accusa che comporta pene detentive fino a 20 anni. Questo procedimento non garantisce inoltre i principi fondamentali per un giusto processo». Per la seconda volta, uno degli imputati della Iuventa si è recato a Trapani per sottoporsi alle domande delle autorità inquirenti. Già il primo interrogatorio del 29 ottobre era stato interrotto dalle stesse autorità italiane a causa di un’ interpretazione insufficiente.Dopo che l'equipaggio della Iuventa aveva denunciato queste circostanze inaccettabili, anche gli osservatori internazionali del processo ed Eulita, l'Associazione europea degli interpreti e traduttori legali, avevano condiviso questa valutazione. Nonostante tali critiche, anche il tentativo di oggi è fallito. Anche in questo caso non è stata fornita un'interpretazione adeguata. Nicola Canestrini, avvocato della difesa: «L'assistenza linguistica deve essere tale da consentire all'imputato di essere a conoscenza delle accuse contro di lui e di difendersi, in particolare permettendogli di presentare la sua versione dei fatti in tribunale: questo diritto fondamentale, garantito dal 1950 dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, è stato ripetutamente negato dall'accusa». «Se in Italia gli interpreti e i traduttori impegnati nei procedimenti penali guadagnano solo il 10% rispetto alla media europea, non c'è da stupirsi della grande carenza di queste figure professionali. L'Italia, insieme a Bulgaria e Romania, ha il budget più basso d'Europa per i servizi linguistici giudiziari. La stessa direttiva europea non specifica a sufficienza i suoi requisiti, dando consapevolmente agli Stati la possibilità di non agire nell'interesse degli indagati e imputati e di un processo equo». Per Dariush Beigui,capo missione della nave di salvataggio Iuventa: «La stessa procura che si è coordinata con successo con cinque diverse agenzie di polizia, comprese le unità antimafia e i servizi di intelligence, per fermare una nave di soccorso che sarebbe necessario impiegare nel soccorso, ha ripetutamente fallito nel garantire il diritto fondamentale a un processo equo. Mi sembra che non vogliano nemmeno sapere cosa ho da dire». La procura è interessata a chiarire i fatti? «Il recente intensificarsi della repressione da parte dell'Italia nei confronti delle Ong che mostrano solidarietà verso le persone in movimento fa parte di una lunga e ingloriosa storia di criminalizzazione nei Paesi dell'Ue.  Sebbene le indagini contro le organizzazioni civili di soccorso siano sempre oggetto di grande attenzione da parte dei media, nessuno dei procedimenti si è finora concluso con una condanna». E Sascha Girke, capitano  della nave di salvataggio Iuventa, aggiunge: «Qual è il valore dei blocchi, dei sequestri e delle incriminazioni? Sembra risiedere più nello sfruttamento politico delle falsità e della creazione di un clima d’odio che nella ricerca della giustizia. Prendere di mira le Ong serve a giustificare le vergognose decisioni politiche di oggi e a scatenare nuovamente un attacco che criminalizza le persone in movimento e quelle in solidarietà con loro».