Cui prodest, a chi giova la presunta nuova emergenza migranti? E soprattutto, c’è davvero, nel nostro paese, un’emergenza migranti? Proviamo a partire da questa seconda domanda, partiamo dai dati, dai freddi numeri, per poi cercare di capire i riflessi politici di questa emergenza che sembra quasi creata a tavolino. Partiamo dallo stato dei nostri centri di accoglienza. Ad oggi (fonte ministero dell’Interno), risulta che i migranti in accoglienza siano 103mila. Un numero ben al di sotto delle 180mila presenza del 2017. Secondo dato: l’Italia non è il paese europeo che accoglie il maggior numero di migranti. E non lo è di molto. Nell’ultimo anno l’Italia ha ricevuto 53mila richieste di asilo, la Spagna 65mila, la Francia 121mila e la Germania addirittura 191mila (“en passant” sarebbe il caso di ricordare che appena 5 anni fa la Germania ha accolto un milione, e dicasi un milione, di profughi siriani). Ultima questione e ultimo dato: è vero che sono prevalentemente le Ong a portare i migranti in Italia? La risposta, sempre numeri alla mano, è no. Nonostante le fanfare della propaganda, e per stessa ammissione del ministro Piantedosi, le Ong sbarcano nel nostro paese meno del 15% del totale dei migranti che arrivano via mare. Insomma, abbiamo raccolto tre dati in grado di smontare in modo incontrovertibile il racconto che dipinge l’Italia come un paese assediato dai migranti portati dai “signori” delle Ong. E a questo punto possiamo tornare alla nostra domanda iniziale: cui prodest? A chi giova questa narrazione? Di certo non giova alla premier Giorgia Meloni. E non è un caso che lei, Meloni, si sia tenuta molto alla larga dalle polemiche intorno alle navi ancorate a Catania. E allora chi è che soffia sul fuoco dell’emergenza? E che interessi ha? Mentre Meloni è seriamente impegnata su dossier vitali ed emergenze realissime – dal caro bollette, al nostro Pnrr; dalla prossima legge di Bilancio alla guerra in Ucraina – qualcuno, nella sua maggioranza, spera di recuperare i consensi perduti – e ceduti proprio a FdI – puntando le proprie fiches sui migranti. Ma evidentemente l’argomento è logoro, perché i consensi di Meloni continuano a salire, mentre quelli dei suoi alleati continuano un’inesorabile picchiata. Ciò vuol dire che gli italiani premiano chi sta cercando di costruire una destra liberale e il più possibile ancorata ai problemi reali, archiviando, forse per sempre, le sirene della mera propaganda. E questa è una buona notizia. Per Meloni e per il Paese.