«Chiediamo che il Governo italiano assegni immediatamente alle navi Ocean Viking, Humanity 1 e Geo Barents il più vicino porto per lo sbarco dei naufraghi, come previsto dal diritto internazionale. Ogni ulteriore ritardo nello sbarco di persone vulnerabili, già vittime di trattamenti inumani in Libia e provate dalla traversata, dovrà essere considerato responsabilità diretta delle Autorità coinvolte». A dirlo è Mediterranea Saving Humans che lancia un appello al premier Giorgia Meloni e al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.

Salvini: "La nave Ocean Viking vada in Norvegia"

In attesa sulle tre navi umanitarie ci sono 985 persone tra cui molti bambini che, ricorda l’ong, si trovano da «10 giorni al largo della Sicilia in attesa di un porto sicuro. Nelle prossime 48 ore sono previste nell’area pessime condizioni meteo con tempesta e onde alte fino a 6 metri». «Dove dovrebbe andare una nave norvegese? Semplice, in Norvegia», commenta Matteo Salvini in riferimento alla nave Ocean Viking. Per la quale l’organizzazione non governativa Sos Mediterranee ha chiesto assistenza a Grecia, Spagna e Francia per offrire un porto sicuro alla nave con a bordo 234 migranti, dopo che, «nonostante le ripetute richieste» ai Centri di coordinamento per il soccorso in mare di Malta e Italia, non è stato ancora indicato un approdo.

Migranti, le toghe di Area: "Soccorrere è un obbligo giuridico e morale"

«Soccorrere è obbligo giuridico oltre che morale di uno Stato democratico», sottolineano i magistrati di Area democratica per la giustizia, in una nota in cui sollecitano lo sbarco immediato dei migranti bloccati su 3 navi delle Ong. «Negando l’assegnazione di un porto sicuro, si impedisce il soccorso in mare di persone in stato di necessità e a rischio di morte». «Ancora ostacoli frapposti dal Governo italiano al diritto di asilo, ancora respingimenti verso la Libia di uomini, donne e bambini cui si nega il diritto a richiedere la protezione internazionale nell’Unione europea», denuncia Area, ricordando che «il diritto di asilo è garantito dall’articolo 10 comma 3 della Costituzione, dagli articoli18 e 19 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e dalla Convenzione di Ginevra delle Nazioni Unite del 1951 e che coessenziale ad esso è il diritto a presentare senza ritardo una domanda di protezione internazionale nell’Unione europea, dove vige un sistema comune di protezione del diritto d’asilo». Quanto al memorandum Italia Libia, il gruppo delle toghe progressiste rileva la prassi delle «proroghe "automatiche", l’ultima delle quali per altri tre anni a partire dal 2 novembre, nonostante Amnesty International dimostri che, ancora oggi, "uomini donne e bambini rimpatriati in Libia devono affrontare detenzioni arbitrarie, torture, condizioni disumane, stupri, violenze sessuali estorsioni, lavori forzati ed uccisioni» e sottolinea che «in queste condizioni, l’accordo con la Libia costituisce una palese violazione del principio internazionale di non respingimento». Così, conclude la nota, «si contribuisce inoltre a finanziare i "centri di accoglienza" libici, autentiche prigioni all’interno dei quali si consumano "crimini contro l’umanità", per usare le parole della Missione d’inchiesta indipendente delle Nazioni Unite».

Humanity1 in attesa di un porto dal 24 ottobre, Tajani: "Alla Germania chiediamo il rispetto delle regole"

La Humanity 1, la nave battente bandiera tedesca che si trova dinanzi le coste della Sicilia, è in attesa dal 24 ottobre di un porto dove sbarcare i 179 migranti a bordo. Fra loro oltre 100 minori, la maggior parte dei quali non accompagnati, e un bambino. «E inaccettabile e contro il diritto internazionale lasciare i sopravvissuti bloccati in mare per oltre una settimana e prolungare le loro sofferenze», afferma all’Adnkronos Mirka Schäfer, advocacy officer di Sos Humanity. «Ci aspettiamo che le autorità competenti ci assegnino un luogo sicuro il prima possibile in conformità con il diritto internazionale - affermano dalla Ong - Le condizioni mediche a bordo finora sono stabili, tuttavia l’incertezza dei sopravvissuti aumenta ogni giorno che dobbiamo aspettare per un porto sicuro. Il senso di attesa senza fine incide sulla condizione psicologica, soprattutto per l’elevato numero di minori a bordo». I 179 migranti a bordo sono stati soccorsi in acque internazionali nel Mediterraneo in tre diversi salvataggi: il primo, il 22 ottobre, con 45 sopravvissuti presi a bordo; gli altri due, il 24 ottobre, con 113 e 22 sopravvissuti. «Il capitano di Humanity 1 - riferisce la Ong - ha inviato una richiesta di Place of Safety a tutte le autorità competenti il 23 ottobre, compresi i Centri di coordinamento dei soccorsi a Malta e in Italia. Fino a oggi in totale sono state inviate 17 richieste. Abbiamo tenuto tutte le autorità competenti, compresi i centri di coordinamento dei soccorsi in Italia e Malta, debitamente informati su tutte le fasi in qualsiasi momento, comprese le informazioni sull’allarme di soccorso, la valutazione del caso, il salvataggio stesso e tutte le fasi di richiesta di un luogo sicuro per i sopravvissuti». Sulla questione dell’immigrazione «abbiamo chiesto soltanto il rispetto delle regole, lo abbiamo fatto in maniera ufficiale, con grande garbo ma anche con grande fermezza», spiega da Berlino il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervistato dalla Rai. «Con un Paese amico e grande interlocutore come la Germania dobbiamo collaborare tantissimo, poi quando c’è da dare qualche messaggio, soprattutto sul tema dell’immigrazione, lo facciamo con determinazione, ma per garantire il rispetto delle regole. Abbiamo chiesto che le navi delle Ong rispettino le regole europee quando salvano qualcuno in mare e poi chiedono di attraccare nei porti più vicini».