Magari era un upload programmato da chissà quanto, ma la tempistica autorizza più di una preoccupazione. Gli Stati Uniti hanno infatti accelerato il loro piano di aggiornamento delle loro bombe nucleari nelle basi Nato in Europa. A rivelarlo è il sito Politico: che cita un documento e alcune fonti qualificate, secondo cui l’arrivo della bomba a gravità B61-12 potenziata, originariamente prevista per la prossima primavera, è previsto per il prossimo dicembre, come avrebbero riferito funzionari Usa agli alleati Nato durante una riunione a porte chiuse a Bruxelles. La mossa, che prevede la progressiva sostituzione di tutte le armi più vecchie, arriva tra le crescenti tensioni sulle minacce della Russia di utilizzare un’arma nucleare in Ucraina e le conseguenti crescenti preoccupazioni dell’Occidente. Ma non è tutto: gli Stati Uniti hanno infatti testato iri un razzo per lo sviluppo di armi ipersoniche. È stato effettuato con successo un lancio di prova per raccogliere informazioni sui componenti per missili ipersonici, compresi i materiali resistenti alle alte temperature e i componenti elettronici. Il Pentagono ha fatto dello sviluppo di armi ipersoniche una delle sue principali priorità, dopo i lanci di missili ipersonici condotti con successo dalla Cina lo scorso anno e l’impiego di questo tipo di missili da parte della Russia nella guerra in Ucraina. I missili ipersonici possono viaggiare a velocità superiori a Mach 5, circa 6.500 chilometri all’ora, rendendo molto difficile la loro individuazione e l’eventuale abbattimento. Questo tipo di armi può anche effettuare manovre e variare di altitudine, sfuggendo alle difese aeree. Manovre che non possono non lasciare inquieti sullo sfondo dello scontro di dichiarazioni tra Russia e Ucraina, con Putin che accusa Kiev di voler utilizzare una “bomba sporca” come a cercare il pretesto per giustificare l’escalation. Certo, il capo del Cremlino ha escluso il ricorso ad armi atomiche, spiegando che «non servono» per piegare la resistenza ucraina.