Nella “Giornata europea degli avvocati” e a otto mesi dall’aggressione russa ai danni dell’Ucraina, il Consiglio nazionale forense, in collaborazione con il Ccbe (Consiglio degli Ordini Forensi d’Europa), ha dedicato una giornata di formazione sulla legge in tempo di guerra, con un’attenzione particolare al ruolo degli avvocati.

L’evento del Cnf si è sviluppato in due momenti. Nel primo è stato dato spazio al ruolo degli avvocati alla luce delle sanzioni imposte alla Russia nel contesto di guerra. Nel secondo momento di approfondimento i riflettori sono stati accesi sulla condizione degli avvocati ucraini e sul loro inserimento nel contesto dell’Unione Europea. La presidente del Cnf, Maria Masi, nell’aprire i lavori ha sottolineato la gravità del momento e le complicazioni geopolitiche provocate dalla guerra.

«La Giornata europea dell’avvocatura - ha detto - assume quest’anno un significato particolare a causa dei noti eventi che si stanno verificando non lontano da noi. Occorre rafforzare la convinzione che il diritto è sempre proteso verso la pace. Per questo bisogna conoscerlo e praticarlo».

Masi ha ringraziato l’avvocata Francesca Sorbi per il lavoro instancabile ed appassionato svolto all’interno del Ccbe. Una costante sinergia con via Del Governo Vecchio. Il Consiglio degli Ordini Forensi d’Europa riunisce ben 40 paesi e coinvolge circa un milione di avvocati. «La nostra – ha affermato Sorbi – è una organizzazione che da sempre lavora per la protezione dei valori democratici. Ecco perché è necessario lavorare per far prevalere la legge in tempo di guerra ed il diritto». L’esponente del Ccbe ha richiamato le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il quale pochi giorni fa si è soffermato sulla tragedia dell’Ucraina: la guerra non deve dividerci, ma deve rafforzare la coesione e la solidarietà in Europa.

Sul tema delle sanzioni Ue alla Russia sono intervenuti gli avvocati Alessandro Di Mario e Roberto Crespi, entrambi della Direzione generale Fisma (Commissione Europea). Hanno sottolineato il valore delle sanzioni, strumento essenziale con cui si estrinseca la politica estera comune. Hanno fatto pure una breve ricognizione sul ruolo del Consiglio europeo a proposito dell’applicazione delle sanzioni.

Queste ultime si dividono in settoriali (applicate ai servizi legali) e individuali (consistenti nel congelamento dei beni). Stefano Cappiello (Dirigente generale della Direzione V, Regolamentazione e vigilanza dei servizi finanziari del Mef) ha portato all’attenzione dei numerosi avvocati partecipanti all’iniziativa il ruolo della Commissione sicurezza finanziaria, che si occupa delle misure restrittive adottate nei confronti della Russia. Dall’inizio della guerra in Ucraina sono stati congelati in Italia circa due miliardi di asset russi e 350 milioni di risorse finanziarie riconducibili a cittadini del paese aggressore. Cappiello ha fatto inoltre riferimento ad alcune caratteristiche dell’istituto giuridico europeo del congelamento, diverso sia dal sequestro che dalla confisca.

«Rafforzare la collaborazione tra i Consigli nazionali forensi – ha sottolineato Peter McNamee, capo delle Relazioni pubbliche e Consigliere giuridico senior del Ccbe – è fondamentale per raccogliere le esperienze nei diversi paesi sulla casistica riguardante beni e risorse finanziarie di provenienza russa, armonicamente con la normativa comunitaria».

Nella parte dedicata agli avvocati ucraini Carlo Forte, delegato all’informazione della delegazione italiana presso il Ccbe, si è soffermato «sul legame con i colleghi ucraini, che ha permesso di conoscere meglio un paese aggredito militarmente e che vede minacciata la sua sovranità». «L’avvocatura europea – ha aggiunto - con il Ccbe si è attivata sin dal primo giorno di guerra per stare al fianco degli avvocati ucraini».

L’avvocata e notaia Darya Kondryateva della Commissione rapporti internazionale del Coa Milano ha parlato della sua attività professionale. Ogni giorno affronta casi riguardanti cittadini ed aziende russe. Ospite d’onore Valentyn Gvozdiy, vicepresidente dell’Ordine degli avvocati ucraini. «L’Ordine forense ucraino - ha ricordato - è in prima linea per difendere lo Stato di diritto. Continuiamo a svolgere la missione costituzionale affidataci, consistente nel difendere i cittadini dai crimini internazionali. Grazie di cuore all’avvocatura italiana per la vicinanza dimostrata in tutti questi mesi».

L’iniziativa è stata conclusa da Anna Smolinska, consigliere giuridico del Ccbe. L’avvocata polacca ha richiamato alcune iniziative, compresa la redazione di un elenco di contact points «per fornire assistenza giuridica pro bono in favore dei cittadini che hanno lasciato l’Ucraina».