«Mai, mai e poi mai, ho pensato alla separazione delle carriere come primo passo verso un controllo del governo sul pubblico ministero. Mi fa inorridire solo l`idea». Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio in un colloquio con il Corriere della Sera. Nordio precisa che «la politica è mediazione» e lui intende seguire il programma della coalizione di centrodestra: «L'abolizione della Severino non c'è. E quindi non la abolirò. Lo stesso vale per l'ergastolo, anche se penso che andrebbe abolito. Idem per l'immunità parlamentare e per le intercettazioni che, secondo me, andrebbero limitate. Alcune sono indispensabili e altre dannose perché limitano la libertà dei cittadini. L'indipendenza della magistratura - sottolinea - per me è un idolo. Se non ne avessi un rispetto sacrale non avrei fatto il magistrato ma l'impiegato. Nei Paesi dove c`è la separazione delle carriere infatti non c`è il controllo dell'esecutivo sul pm. E chi lo paventa dice una balla colossale». In un’altra intervista a Il Messaggero il Guardasigilli spiega che «l`emergenza del Paese riguarda i costi dell`energia. Io voglio cominciare dai costi della giustizia» e «credo che debbano essere fortemente revisionati i reati che riguardano la pubblica amministrazione. Tra questi il reato di abuso d'ufficio e il traffico di influenze». Inoltre bisognerebbe introdurre «il potere per il pm di filtrare a monte i casi di cui viene investito e di non procedere per quelli che ritiene insussistenti, ci sarebbe un gran carico di lavoro in meno», oltre a introdurre «l'inappellabilità delle sentenze di assoluzione». Sulle intercettazioni bisognerebbe attribuire «la responsabilità sulla tutela del segreto al pm che le ha disposte. Se finiscono sui giornali ne risponde lui», mentre sulla custodia cautelare «il diritto alla libertà personale merita una garanzia in più. Credo che la richiesta di arresto formulata da un pm dovrebbe essere vagliata da un collegio di giudici, meglio se di città diverse da quelle del pm, anche per evitare ogni tipo di contiguità». Riguardo il Csm, conclude il ministro, «la libertà associativa è importante, ma non dovrebbe determinare gli equilibri nell`organo di autogoverno della magistratura. Penso che sia opportuno introdurre un meccanismo di sorteggio per i componenti del Csm, magari scegliendo in una rosa di nomi di persona autorevoli indicati dagli stessi magistrati».