Nel futuro Governo Meloni, profilo alto, niente poltrone di rilievo per Matteo Salvini - di certo non quella di ministro degli Interni - e alla giustizia un nome credibile e fuori dagli schieramenti. Sono gli spifferi che arrivano dall’entourage di Giorgia Meloni che si sta muovendo lungo la linea della credibilità. Del resto la partita delle poltrone sta passando sulla scrivania di Guido Crosetto, l’uomo più credibile che gravita intorno al cerchio magico di Meloni.

Totoministri, tanti nomi: da Marcello Pera a Carlo Nordio

I nomi più caldi del futuro governo Meloni, sono quelli dell’ex presidente del Senato, Marcello Pera, l’ex ministro e ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata dato per papabile al ministro degli Esteri. Poi c’è la partita della giustizia dove i nomi caldi sono due: l’ex ministra Giulia Bongiorno e l’ex magistrato Carlo Nordio. Gli ostacoli di Bongiorno sono due: il legame con Salvini - vero perdente di queste elezioni - e il suo ruolo di avvocata di rilievo che potrebbe creare conflitti di interessi difficilmente gestibili.

Governo Meloni, Nordio e il precedente di Gratteri

Il problema di Carlo Nordio, invece, potrebbe essere il precedente di Nicola Gratteri. Quando l’allora premier Matteo Renzi propose Gratteri come ministro della giustizia, il presidente Giorgio Napolitano mise il veto. Oggi come ieri, potrebbe ripresentarsi lo stesso problema: ovvero la non opportunità di avere un magistrato alla guida del ministero della Giustizia. In ogni caso Carlo Nordio ci crede: «C'è la tentazione di mettere piede nel ministero della Giustizia e rimediare rapidamente al disastro che rallenta i nostri processi», dice. E poi le priorità: «Semplificare subito la giustizia civile che ci costa 30-40 miliardi, due punti di Pil». Insomma il Governo Meloni non sarà facile da comporre.