Il Patriarca di Mosca, Kirill, è tornato a incoraggiare i fedeli ad arruolarsi, sullo sfondo della mobilitazione parziale voluta dal presidente Vladimir Putin, che ha però gettato i russi nel panico. «La Chiesa prega perché questa guerra finisca il prima possibile», ha detto il Patriarca nella sua omelia domenicale, «allo stesso tempo, siamo consapevoli che chi muore adempiendo al proprio dovere militare si sacrifica per gli altri». «Questo sacrificio», ha concluso Kirill come riporta il sito Meduza, «lava via tutti i peccati che una persona ha commesso». «È importante» che gli ebrei russi che vivono in Russia diano un «forte contributo» all’identità multietnica del Paese, dice invece il presidente russo Vladimir Putin in un messaggio rivolto in occasione del Rosh Hashanah mentre restano alte le tensioni tra il Cremlino e la comunità ebraica in Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. «È molto importante che, pur conservando la loro lealtà alle antiche tradizioni spirituali, gli ebrei russi diano un forte contributo alla conservazione della diversità culturale nel nostro Paese, al rafforzamento della concordia interetnica e dei principi del rispetto reciproco e della tolleranza religiosa», ha affermato Putin. Decine di migliaia di ebrei hanno lasciato la Russia da quando l’aggressione è iniziata a febbraio e si prevede che altre migliaia fuggiranno in Israele e altrove dopo che Putin ha annunciato la mobilitazione parziale convocazione di 300mila riservisti per contribuire allo sforzo bellico. Sono quasi 200mila gli ebrei che ora vivono in Russia, scrive il Times of Israel sottolineando che circa tre volte di più hanno diritto alla cittadinanza israeliana avendo almeno un nonno ebreo. Intanto lunghe file di veicoli si sono formate al valico di frontiera tra Russia e Mongolia mentre le persone continuano a fuggire dall’ordine di mobilitazione parziale. Il capo di un posto di blocco nella città di Altanbulag ha riferito che oltre 3 mila russi sono entrati in Mongolia attraverso il valico da mercoledì. Code di persone in possesso di passaporti russi sono state viste anche fuori dal banco dell’immigrazione per attraversare la frontiera a piedi. Sempre Meduza riporta che la Russia vieterà agli uomini in età da coscrizione di lasciare il Paese a partire dal 28 settembre. Il divieto entrerà in vigore dopo la fine dei referendum nelle quattro regioni occupate dell’Ucraina. Meduza ha citato due fonti vicine al Cremlino che affermano che la data più probabile per la chiusura dei confini è il 28 settembre. «È importante» che gli ebrei russi che vivono in Russia diano un «forte contributo» all’identità multietnica del Paese.