Il puzzle ancora non è completo ma al momento possiamo dire quasi con certezza che nel prossimo Consiglio superiore della Magistratura vedremo due correnti contrapposte, come previsto: quella di centrodestra o moderata di Magistratura indipendente a quello della sinistra progressista di Area Dg. Mutuando l’espressione della campagna politica in corso tra i partiti per il 25 settembre, potremmo dire che ci sarà anche un Terzo Polo a Palazzo dei Marescialli, ossia Unicost che ha retto eroicamente alla sfida elettorale, nonostante lo scandalo dell’ex Luca Palamara. Forse non gli sarà sembrato vero, visto che sono stati i primi a rilasciare una dichiarazione tramite la Presidente Nazionale Rossella Marro: “Siamo allo stato moderatamente soddisfatti per la conquista di tre seggi nella categoria merito: Roberto D'Auria, Michele Forziati e Antonino Laganà. Il risultato della legittimità era obiettivamente di difficile raggiungimento in quanto, essendo solo due seggi, sono andati, come era prevedibile, ai gruppi maggiori. Ma la nostra candidata, Milena Falaschi, è la prima dei non eletti, con un risultato ragguardevole che comunque ci premia. Ora attendiamo lo spoglio delle schede per la categoria requirenti. Solo all'esito potremo fare un bilancio dei risultati”. Dunque, nonostante la riforma di mediazione Cartabia si fosse prefissata l’obiettivo di premiare gli indipendenti e depotenziare le correnti, alla fine stiamo al punto di partenza. Ma come scrive  in un altro servizio del Dubbio Errico Novi, non c’è neppure da scandalizzarsi. Comunque vediamo nel dettaglio come è andata la giornata di ieri dedicata allo spoglio dei quattro collegi della sezione “giudicanti” e di un collegio dei pubblici ministeri. Per il primo collegio dei giudicanti sono passate Maria Luisa Mazzola di Magistratura Indipendente con 558 preferenze e Mariafrancesca Abenavoli di Area Dg lontana dalla collega con 182 preferenze. La prima è giudice presso il tribunale di Bergamo, la seconda lavora al tribunale di Torino con funzioni di gip/gup. Per il secondo collegio la spuntano con 636 voti Bernadette Nicotra, Giudice presso il Tribunale di Roma, in quota sempre Mi, e con 352 preferenze Marcello Basilico di Area Dg, Presidente della sezione lavoro del tribunale di Genova. Nel terzo collegio la partita è stata vinta sempre da un esponente di MI con 430 voti, Edoardo Cilenti, Giudice presso la Corte d’Appello di Napoli, mentre il secondo ad ottenere una poltrona in Consiglio con 357 voti è Roberto D’Auria, giudice al Tribunale di Napoli, della corrente di Unicost. Per l’ultimo collegio ecco i futuri togati del Csm: Genantonio Chiarelli, Tribunale di Brindisi, di Area Dg che ha preso 324 voti, seguito da Antonino Laganà, Consigliere di Corte d’Appello di Reggio Calabria, in quota Unicost che passa con 244 preferenze. I cinque seggi assegnati con i resti sono andati: uno a Magistratura Democratica (879 voti a Domenica Miele, presidente di sezione penale della Corte di Appello di Napoli); uno al gruppo Altra proposta (621 resti ad Andrea Mirenda, magistrato “anti sistema”, giudice di sorveglianza a Verona); uno a Unicost (592 resti per Michele Forziati, Corte di Appello di Roma); MI (491 resti per Maria Vittoria Marchianò, Presidente del Tribunale di Crotone); uno ad Area Dg (461 resti per Tullio Morello, Tribunale di Napoli). Non ottengono seggi: Autonomia e Indipendenza e gli indipendenti del c.d. listino Ferri. Ieri sera è terminato anche lo spoglio del collegio 1 dei pubblici ministeri. Sono stati eletti Eligio Paolini (986 voti), DDA della Procura di Firenze, in quota MI, e Roberto Fontana (675 voti) procuratore a Milano, di Area ma candidatosi da indipendente. Quest’ultimo sembrerebbe essere un risultato inaspettato che ha suscitato non pochi malumori all’interno del gruppo di Eugenio Albamonte, in quanto si era convinti che sarebbe passato il pm antimafia di Roma Mario Palazzi. Invece dissidi interni ad Area a Milano hanno portato a questo risultato. Palazzi ora deve sperare di essere il miglior terzo nei due collegi. Ricordiamo che due giorni fa vi era stato lo scrutinio per la sezione di “legittimità” che aveva visto la vittoria di un esponente di Area Dg (Antonello Cosentino) e di una di Mi (Paola D’Ovidio). Quindi al momento, in attesa dello spoglio conclusivo di oggi del collegio 2 dei pubblici ministeri, su 17 seggi assegnati: Mi avrà sei poltrone, Area cinque, senza contare il ‘ribelle’ Fontana, Unicost tre, Md uno, Altra proposta uno. Non è stupito dell'esito Eugenio Albamonte, ex presidente dell'Anm e segretario di Area, che all’Ansa ha detto: “Eravamo stati i primi a dire che non avrebbe consentito spazi per le candidature indipendenti. Almeno non c’è stata la forte bipolarizzazione che ci si poteva aspettare”. Nella settimana delle elezioni politiche, qualcuno prevedeva una svolta a destra nella magistratura, anche perché le toghe di sinistra si sono presentate divise, tra Area e Magistratura Democratica. “L'avvicinamento delle categorie di destra e sinistra alla magistratura – ha concluso Albamonte - è sempre un azzardo, sicuramente c’è una presenza forte di una magistratura più conservatrice”. Ha parlato anche Angelo Piraino, segretario di Magistratura Indipendente: “Destra e sinistra è una narrazione sbagliata, quello che ci distingue è il da farsi. Noi crediamo nell'indipendenza non solo verso l'esterno ma anche all'interno, nei confronti dei capi degli uffici. E crediamo nei criteri predeterminati, con un punteggio, per assegnare gli incarichi. E sono queste le cose che ci distinguono, non l'essere di destra o sinistra”.