Non è chiaro se Nunzia De Girolamo intendesse denunciare la povertà o la criminalità che dilaga al Sud, quando ha detto che già immagina le donne di Scampia "spacciare l'utero al posto dell'hashish". Né è risultato chiarissimo il riferimento alla nostra Carta, quando ha spiegato di essere "terrorizzata dalle storture di questo paese e mi attengo alla Costituzione". Ciò che è certo è che l'ex parlamentare di Forza Italia è "assolutamente contraria alla gestazione per altri". Per se stessa? No, per tutti: "per etero e omosessuali". Lo ha detto chiaro e tondo nel corso della trasmissione Piazza Pulita andata in onda su La 7 il 15 settembre, e lo ha ribadito oggi, scusandosi però con le donne di Scampia per la frase maldestra, dopo la bufera che le è piovuta addosso sui social. L'ex deputata sottolinea che la sua frase, presa fuori dal contesto, è stata "ovviamente strumentalizzata". "È evidente dal dibattito complessivo - spiega De Girolamo - che io mi stavo riferendo alle difficoltà immense delle donne e la mia storia in tema di riconoscimento dei diritti parla per me molto più di una pioggia di post di insulti. Ho una discreta esperienza per capire che siamo a pochi giorni dal voto. Ammetto che il riferimento a Scampia era inopportuno e non era mia intenzione toccare o urtare la sensibilità di persone delle quali io conosco difficoltà e problemi molto più di qualche censore da salotto o da tastiera£. "Se è accaduto - prosegue - me ne dolgo con quelle persone, perché ovviamente io mi riferivo alle donne della criminalità, alla paura che ho rispetto all'utero in affitto per l'abuso che si può fare del bisogno economico che una donna può avere in aree di disagio. Non ho nulla dire invece a chi è alla disperata ricerca di polemiche con l’illusione di guadagnare qualche consenso in più. A tutti costoro non ho nulla da dire se non che quando vogliono e come vogliono sono disponibile a un confronto pubblico su un tema che studio da molti anni. Loro, non so". Ecco allora chiarito il primo punto. De Girolamo si rivolgeva soltanto "alle donne della criminalità". E la ricetta è sempre la stessa: quando c'è il rischio di abusi, meglio porre un bel divieto. Magari un divieto universale, nel caso della maternità surrogata, come ha già proposto il centrodestra in maniera compatta.