La necessità di un Avvocato competente che sappia affrontare le molte sfide che la professione offre e che garantisca la migliore assistenza possibile, rende necessario ripensare il percorso di accesso alla professione e il miglioramento delle competenze nell’arco dell’intera vita professionale. I radicali mutamenti della professione rendono quindi indispensabili le acquisizioni di competenze in molteplici aree e, nello stesso tempo, una settorializzazione della professione per rispondere alle richieste del mercato con competenze sempre più specifiche. Non si può inizialmente che partire dal percorso universitario dove gli studenti dovrebbero già avere la possibilità concreta di indirizzare gli studi, fin dall’ultimo biennio, verso la professione di avvocato con un percorso formativo dedicato ed esami e prove pratiche specifici, con accesso negli Uffici giudiziari. Il percorso formativo del laureato indirizzato verso la professione di Avvocato continuerebbe con l'iscrizione nel Registro dei Praticanti e la frequentazione obbligatoria della Scuola Forense, come da Decreto Ministeriale del 16 marzo 2018 n. 17 entrato in vigore il 01/04/2022, auspicabilmente sotto il diretto controllo degli Ordini. Gli studi legali, poi, potrebbero direttamente scegliere i Praticanti, futuri Avvocati, in un apposito elenco formato dalle Università e nel quale andrebbero inseriti tutti coloro che hanno seguito il percorso finalizzato alla Professione Forense. Una più precisa ed articolata regolamentazione della pratica, con un organico e coordinato testo che comprenda tutte le modalità di espletamento della pratica forense, oggi riportate in vari provvedimenti legislativi di rango diverso, consentirebbe di rendere uniformi le regole per gli iscritti al registro dei praticanti. Il percorso formativo così come sopra indicato con verifiche già previste lungo il percorso formativo, darebbe la possibilità di procedere ad una modifica dell'esame di abilitazione che, come già per altre e blasonate professioni, costituirebbe il momento finale di verifica del percorso che il Giovane Aspirante Avvocato ha seguito prima nell'Università ed in seguito durante la pratica forense. Tale momento di verifica non potrà prescindere da una prova scritta (atto giudiziario o parere) seguito poi da un esame orale su materia a scelta dell’esaminando su un caso, con particolare attenzione alle capacità logiche per la risoluzione del caso proposto, alla capacità di esposizione dei problemi giuridici posti dal caso ed al percorso retorico seguito per la risoluzione dello stesso. Conseguito il titolo ed iscritto nell'Albo degli Avvocati, andrebbe, come già avviene, ma in modo più efficace, garantito l'aggiornamento costante e senza limiti di iscrizione o età anagrafica, con particolare attenzione al principio della libertà di formazione, indirizzandosi quindi la formazione dell’avvocato in un percorso costante, di qualità, multidisciplinare ma nello stesso tempo teso all’acquisizione di competenze specifiche e sempre più professionalizzanti. La sfida per l’avvocato del futuro è far comprendere a chi la professione la esercita e a chi la vorrà esercitare che la competenza e l’aggiornamento costante sono pilastri dai quali non si potrà prescindere nell’esercizio della professione e tale risultato potrà ottenersi solo con la collaborazione di tutte le componenti dell’avvocatura. Componenti Gruppo di lavoro 1.2: Sergio Paparo (OCF), Raffaele Fatano (OCF), Tiziana Carabellese (OCF), Patrizia Corona (CNF), Giovanna Ollà (CNF), Carolina Scarano (CNF), Anna Lops (AIGA), Emanuele Spata (ANF), Gianluca Di Genova (COA distrettuale di L’Aquila), Elisabetta Peterlongo (COA distrettuale di Trento), Demetrio Rivellino (Unione Regionale Forense: Centro-Adriatico – UICA).