Un giornale online pubblica racconto di una donna senza identità che sostiene di aver subito molestie sessuali da parte del senatore. Non ci sono nomi, se non quello di fantasia attribuito alla presunta vittima, Ambra, né denunce contro il politico, ma screenshot di messaggi recapitati dal parlamentare in questione. Passano poche ore e sui social network il presunto aggressore viene ripetutamente indicato come Matteo Richetti, presidente di Azione, il partito di Carlo Calenda. Ed è proprio il leader del Terzo Polo a decidere di rompere il silenzio per primo, scrivendo che «da un anno il senatore Richetti ha denunciato alla magistratura e alla polizia postale attività di stalking e minacce riconducibili a una donna già nota alle forze dell’ordine. Attraverso messaggi contraffatti, finti account social e telefonate, la persona in questione sta molestando da mesi il senatore e la sua famiglia. Tutto il materiale è in mano alla magistratura». Poi tocca allo stesso Richetti a parlare di «messaggi contraffatti» e a specificare la sua posizione, nota alle autorità: parte lesa. Per Azione, quella subita da Richetti è una vera e propria gogna mediatica, su cui prova a far luce l'AdnKronos che ha avuto modo di visionare gli atti depositati dal senatore di Azione. Tutto ha inizio il 29 novembre 2021 quando, secondo la ricostruzione dell'agenzia stampa, Richetti si reca alla polizia postale di Roma per presentare una denuncia contro ignoti. Il senatore racconta alla polizia che sul suo profilo Facebook, quattro giorni prima, sotto una foto che lo ritrae insieme a ragazzi del suo staff, compare un commento durissimo dove Richetti viene apostrofato con frasi ingiuriose (fra le altre «omm ’e merda, te devono arrestà») e viene anche tirata in ballo una militante di Azione definita «schiava sessuale». Il tono del post è violento, ed è lo steso utilizzato dalla medesima utente il 28 novembre in un commento postato addirittura sul profilo della figlia di Richetti. Sempre a quanto risulta all’Adnkronos, la situazione degenera perché la donna inizia ad attaccare tutta la famiglia del senatore con frasi obiettivamente non riportabili. Sempre il 28 novembre lo staff di Azione segnala un commento ingiurioso della stessa utente, che si firma con nome falso. Anche qui frasi sconnesse, gravi accuse, e insulti alla collaboratrice citata nei precedenti commenti. Persino il fratello della militante, secondo quanto Richetti racconta alla polizia, il 27 novembre viene preso di mira con post altrettanto violenti. Ma non finisce qui. È sempre Richetti a denunciare un sms ricevuto sul suo telefono il 19 novembre 2021 nel quale una asserita donna accusa Richetti di nefandezze di ogni genere. Il senatore, secondo quanto riporta sempre l'AdnKronos, alla polizia allega lo screenshot con numero di telefono del lunghissimo messaggio ricevuto, oltre alle fotografie dei commenti postati sui social. La polizia avrebbe oscurato per ben due volte i profili fake da cui sarebbero partiti i commenti. Sembrerebbe esserci stata anche una perquisizione, che non avrebbe però portato a identificare la misteriosa donna. Poi la pubblicazione dell'accusa anonima da parte di Fanpage che manda su tutte le furie il partito di Calenda per le modalità e le tempistiche : «Il fatto che un sito di informazione, a dieci giorni dalle elezioni, riporti anonimamente accuse tanto gravi senza avere il coraggio di fare il nome del senatore, ma pubblicando foto parziali che lo rendono riconoscibile, rappresenta uno nuovo livello di bassezza della stampa italiana. Il senatore che in questa vicenda è parte lesa, non essendo mai stato neanche denunciato dalla donna in questione, procederà legalmente per difendere la sua onorabilità in tutte le sedi». E Calenda sentenzia: «Una donna. Senza nome? Senza denuncia? Ma vi rendete conto che neppure nella Romania di Ceausescu a dieci giorni dal voto si operava così?».