«Le riforme della giustizia del governo Draghi costituiscono un passo in avanti nei vari settori ma certo non bastano, perchè sono frutto di difficili mediazioni. Ad esempio, la separazione delle funzioni introdotta va istituzionalizzata, arrivando alla separazione culturale ed effettiva delle carriere. Così come bisogna evitare che il pm proponga appello avverso una sentenza di assoluzione, sempre salva la possibilità del ricorso in Cassazione. Un terzo elemento: diritto ed economia devono fare sistema e per arrivare a questo bisogna considerare l’impresa non più come luogo di presunta illegittimità». Così in una intervista a Il Giornale il deputato di Forza Italia e Sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto.  «L’abuso d’ufficio va abolito, e non solo perchè è ormai un’ipotesi residuale. Poiché nel nostro Paese la vera pena è la pendenza del processo, bisogna eliminare la "burocrazia difensiva", quella che in nome del timore di agire, crea inaccettabili ritardi e spesso paralisi dei processi decisionali della P.A. E nessuno pensi di scambiare l’efficienza del processo con la riduzione dei diritti: aumentiamo l’offerta, non riduciamo la domanda. Più magistrati, più tecnologia digitale, luoghi di giustizia più consoni, udienze più ravvicinate», conclude.