«Sono stata la prima firmataria, in questa legislatura, di una proposta di legge di revisione costituzionale finalizzata a impedire i cambi di casacca parlamentari. Chi è eletto sotto le insegne di un partito e, poi, per ragioni più o meno comprensibili, decide di cambiare idea, deve avere il coraggio di dimettersi e di lasciare il Parlamento. Non è possibile assistere a fenomeni di transumanza che altro non fanno che ingrossare il solco che divide elettori ed eletti incidendo negativamente anche sulla fiducia nei confronti della politica. Mi lasci dire che i personaggi da lei richiamati hanno per anni ricevuto prebende e incarichi apicali nel partito e nelle istituzioni grazie al presidente Berlusconie, ciononostante, oltre all’incoerenza e al tradimento del patto elettorale, hanno manifestato anche una grave irriconoscenza umana e politica nei confronti di chi li ha politicamente creati». Così Marta Fascina in un'intervista a Libero torna sugli addii a Forza Italia di Mara Carfagna e Mariastella Gelmini, ora esponenti di Azione di Carlo Calenda. «Queste persone oggi sono candidate con partiti guidati da ex segretari del Pd o europarlamentari eletti sotto le insegne del Pd. Dunque ogni voto dato loro è un voto regalato alla sinistra», aggiunge la compagna di Silvio Berlusconi. «Forza Italia -assicura- anche nella prossima legislatura, avrà numeri tali da essere determinante e incisiva nella maggioranza di centrodestra che emergerà dalle urne. Il nostro movimento continuerà, con coerenza e determinazione, a portare avanti le sue storiche battaglie contro l’oppressione fiscale, l’oppressione giudiziaria, l’oppressione burocratica, mali atavici che affliggono la nostra società e che solo una forza moderata, equilibrata, riformista e liberale, atlantista ed europeista come la nostra può sanare». «Noi siamo state sempre leali ma non siamo serve, siamo donne libere e di fronte alla caduta del governo Draghi ea una deriva sovranista e populista che Forza Italia ha intrapreso e che è sotto gli occhi di tutti, io e Mara Carfagna, come tanti altri parlamentari ed esponenti del territorio, abbiamo fatto la scelta di non concorrere e di non condividere quella responsabilità», replica Mariastella Gelmini. «Non rinnego nulla di quello che è stato in Forza Italia ma non mi riconosco nell’ultima stagione di questo partito perché c’è stata una deriva a destra, uno sbilanciamento del baricentro a destra lontano da una ricetta liberale da un posizionamento moderato e popolare che erano le caratteristiche di Forza Italia. Ho intrapreso un percorso in Azione perché ritengo che Carlo Calenda abbia avuto il coraggio di sostenere il governo Draghi anche nelle partite più difficili e in Azione si può costruire, anzi ricostruire, quella casa dei liberali, dei popolari e dei riformisti che ora manca in Italia».