Riceviamo e pubblichiamo dalla Camera Penale di Cosenza

Il Consiglio direttivo della Camera penale di Cosenza “Avvocato Fausto Gullo”, all’unanimità premesso che il Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia e Senatore della Repubblica, Nicola Morra, ha così pubblicamente presentato, mediante canali social-network, il recente provvedimento giudiziario con cui il Gip del Tribunale di Catanzaro ha applicato numerose misure cautelari personali e reali: “Qui (a Cosenza) è pieno di 'ndrangheta; però è una ndrangheta con il colletto abbottonato, con la cravatta, che si presenta nelle vesti di un avvocato, nelle vesti di un imprenditore, nelle vesti di un amministratore pubblico ..”, relegando, ad un mero inciso, la precisazione secondo cui  “in attesa” (e non in assenza) “di sentenza definitiva nessuno è condannato quindi si tratta pur sempre di soggetti su cui bisogna lavorare con la presunzione di innocenza"». «Considerato che il contenuto perentorio delle suddette affermazioni - che rendono l’inciso “garantista” di sola forma - si traduce in un vero e proprio “verdetto” di condanna nel merito delle ipotesi di reato, emesso da un Rappresentante delle Istituzioni, ancor prima che gli indagati abbiano potuto esercitare compiutamente, correttamente e tempestivamente il diritto di difesa dinanzi agli Organi di giurisdizione preposti al controllo di merito e legittimità del provvedimento coercitivo; rilevato che tale fatto costituisce un vero e proprio “corto circuito Istituzionale-Giudiziario” poiché in grado di depotenziare o - peggio - fare detonare la regola di civiltà giuridica della “presunzione di non colpevolezza”, tesa alla tutela dei diritti delle persone coinvolte nel procedimento penale e - ancor più - rivolta alla salvaguardia della funzione giurisdizionale, onde rendere effettivamente libero il convincimento della Magistratura giudicante da ogni forma di interferenza e suggestione, anche e soprattutto di rango istituzionale come nel caso di specie, che sono e devono restare estranee al “giusto processo”; rilevato, ancor più, che l’espressione “è una ndrangheta … che si presenta nelle vesti di un avvocato” intacca, mediante l’inaccettabile accostamento “ndrangheta-avvocato”, l’effettività del diritto di difesa degli Avvocati indagati nel detto procedimento e ne dileggia la funzione costituzionale; ritenuto di rivendicare, con forza e determinazione, la funzione di “sentinella delle garanzie dei diritti” da parte dei penalisti cosentini, nei termini impressi nello Statuto della Camera penale “Avvocato Fausto Gullo” per la più efficace attuazione della giustizia penale, che deve essere tenuta al riparo dal pensiero “illiberale che imperversa nel nostro Paese, sempre più proclive ad assimilare l’indagato al reo”» Così, la Camera Penale di Cosenza «delibera di esprimere ferma e incondizionata SOLIDARIETÀ agli Avvocati penalisti del Foro cosentino, Marcello Manna e Paolo Pisani, che da decenni difendono con probità, decoro, diligenza e competenza “i diritti degli ultimi” e le cui Toghe sono intrise dei valori dell’Avvocatura come vocazione ancor prima che professione, certi che i preposti Organi di giustizia ne accerteranno la estraneità da qualsiasi condotta loro ascritta; delibera con riguardo all’intervento pubblico del Senatore e Presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra e alla correlata preoccupazione che il contenuto dello stesso possa costituire una interferenza “Istituzionale” idonea a condizionare l’attività giurisdizionale, lo STATO DI AGITAZIONE dei penalisti della Camera penale di Cosenza, riservando, nelle prossime ore, la fissazione, d’urgenza, dell’Assemblea degli iscritti. Il presente deliberato è trasmesso al Ministro della Giustizia, al Presidente dell’Unione delle Camere Penali Italiane e ai Componenti del Coordinamento delle Camere penali della Regione Calabria.