Un fronte molto particolare della guerra in Ucraina si è aperto nella città di Kherson, occupata dai russi. Il dominio di Mosca non passa solo attraverso la prevaricazione militare, l’apposizione della bandiera nazionale sui palazzi delle istituzioni del paese aggredito, ma anche mediante la formazione professionale secondo le leggi della Russia. Alcuni giornali online indipendenti riportano la notizia secondo la quale le autorità filo-russe della regione di Kherson hanno offerto agli avvocati la formazione professionale «dei migliori specialisti russi». Il motivo è chiaro. Nelle zone occupate la Russia mira a realizzare un «rapida integrazione anche nel campo legale». Qualche settimana fa un’analoga notizia ha riguardato Zaporizhzhia. Nella città in cui si trova la centrale nucleare più grande d’Europa l'amministrazione vicina a Mosca ha diffuso un annuncio in cui promuoveva corsi di formazione per gli avvocati del posto con l’indicazione dei recapiti di un appartenente alla Camera federale degli avvocati della Federazione Russa, disposto a fornire ogni informazione. La pubblicità dei corsi per i legali viaggia sui social network. L’amministrazione militare-civile della regione di Kherson ha pubblicato un annuncio rivolto agli avvocati e ai notai che «possono integrarsi nel campo legale della Russia». Un passaggio della comunicazione non lascia dubbi sul futuro delle due categorie professionali: gli avvocati e i notai «potranno continuare il loro lavoro solo dopo un esame di abilitazione». Il 18 agosto un altro annuncio ha chiarito la politica che persegue Mosca nei territori occupati e che consiste nell’«incorporare il campo legale della regione di Kherson secondo il modello della Federazione Russa». Il messaggio si chiudeva con la frase: «La Russia è qui per sempre!». ADStreet, giornale online indipendente degli avvocati russi impegnati nella difesa dei diritti umani, nel dedicare attenzione al processo di assimilazione da parte della Russia nei confronti delle popolazioni di Kherson e Zaporizhzhia ha affermato che l’avvocatura russa ha indicato un referente istituzionale dei corsi da svolgere nei territori occupati. Allo stesso tempo ha riferito che la Camera federale degli avvocati russi «non ha né confermato né smentito» le sue attività in favore degli avvocati ucraini, evidenziando tuttavia la grande attenzione in campo formativo tramite webinar per l’intera professione legale. Un altro giornale indipendente, Nezavisimaya Gazeta, si spinge oltre e rivela che il processo di formazione degli avvocati ucraini è supervisionato direttamente dal ministero della Giustizia russo con il supporto dell’avvocatura istituzionale. Incalzato dal giornale il dicastero ha affermato in freddo burocratese che «la disponibilità di informazioni, comprendente anche il quadro legislativo che disciplina le istituzioni degli avvocati e dei notai nella Federazione Russa, consente ai paesi interessati di studiarle e, se necessario, di integrarle alla propria legislazione». L’inchiesta dei media indipendenti ha interpellato alcuni avvocati russi per conoscere il loro punto di vista rispetto alla particolare politica in materia legale perseguita dalla Russia nei territori occupati. Evgeny Tonkov, avvocato di San Pietroburgo, invita a non gridare allo scandalo, dato che gli Ordini degli avvocati possono organizzare qualsiasi seminario, anche rivolti all’estero, per incentivare la possibilità di svolgere la professione forense in Russia. «Non dobbiamo dimenticare – ha spiegato - che gli stranieri possono diventare avvocati nella Federazione Russa. Un’opportunità che riguarda l'Azerbaigian, la Cina e gli Stati Uniti». Tonkov sottolinea che la formazione dei legali stranieri, se dovesse avvenire, non dovrebbe gravare in termini economici sugli avvocati russi. E nel caso di gratuità, come indicato nei bandi, si pone comunque la questione di chi paga i docenti. Il legale è convinto che l’erogazione gratuita solleverebbe qualche dubbio nell’avvocatura russa. Un altro avvocato, Andrey Suchkov, interpellato sempre da ADStreet, concorda rispetto all’esigenza di chiarezza sulla formazione dei legali ucraini. «Se il programma di formazione è davvero a spese della Camera federale degli avvocati della Federazione Russa – ha commentato -, allora le spese graveranno sui propri iscritti. Personalmente, considerato che pago regolarmente i miei contributi, voglio avere pure la libertà di affermare che non ho dato alcuna approvazione all'aggressione o sostegno all'occupazione e al controllo del territorio dell'Ucraina da parte delle truppe russe». L’assimilazione professionale ad opera della Russia ha riguardato già qualche mese fa gli avvocati della Repubblica popolare di Donetsk ai quali è stata offerta la possibilità di svolgere uno stage direttamente presso la sede centrale del ministero della Giustizia, a Mosca. Inoltre, il ministro della Giustizia russo, Konstantin Chuychenko, ed il suo omologo della Repubblica popolare di Donetsk, Yuri Sirovatko, hanno firmato un accordo di cooperazione per il biennio 2022-2023. Il tutto per «condividere le migliori pratiche nel campo della giustizia».