Una standing ovation ha accolto l’intervento del presidente del Consiglio Mario Dragh al Meeting di Rimini. Il discorso del premier è stato interrotto circa 20 volte dagli applausi del pubblico. L’applauso più lungo è arrivato nelle battute finali, dopo essersi rivolto ai giovani.
«Due brevi considerazioni prima di passare alla parte più formale del mio discorso: grazie per il calore di questo applauso, grazie per la vostra accoglienza. Questo entusiasmo mi colpisce molto nel profondo. Voi giovani - oggi parlerò soprattutto ai giovani-  vivete la politica come ideali da condividere, come impegno sociale, come testimonianza di una vita coerente con questi ideali. Voi riflettete, combattete, costruite. Ecco perché l’accoglienza, il vostro entusiasmo, mi colpiscono molto, perché voi siete la speranza della politica», dice il premier. «Sembravamo avviati verso una ripresa lenta e incerta, a 18 mesi di distanza possiamo dire che non è andata così: gli italiani hanno reagito con coraggio e concretezza e hanno riscritto una storia che sembrava già decisa. Insieme abbiamo dimostrato che l’Italia è un grande Paese che ha tutto quello che serve per superare le difficoltà che la storia ci mette davanti», dice il premier. Che invita tutti gli italiani a votare: «Sono convinto che il prossimo governo, qualunque sia il suo colore politico, supererà le difficoltà che oggi appaiono insuperabili: l’Italia ce la farà anche questa volta». «Mi auguro che chiunque avrà il privilegio di guidare il governo saprà rappresentare lo spirito repubblicano che ha animato sin dall’inizio il nostro esecutivo», prosegue Draghi. «Protezionismo e isolazionismo non coincidono con il nostro interesse nazionale», perché «l'Italia non è mai stata forte quando ha deciso di fare da sola». «Il posto dell’Italia è al centro dell’Unione Europea ed ancorato al patto Atlantico». «La nostra credibilità interna ed esterna ha molto beneficiato della coesione che tutti abbiamo saputo dimostrare davanti alle avversità». Così il premier Mario Draghi al Meeting di Rimini. Dopo la fine dell’unità nazionale questa «coesione avrà una declinazione diversa» ma «il dialogo tra forze politiche è necessario anche nello scontro tra posizione diverse, si dovrà ritrovare la coesione nel sentire comune di tutti i protagonisti nel loro senso di appartenenza alla Repubblica e agli ideali della Ue».