A due mesi dalla svolta restrittiva della Corte suprema negli Usa una donna su tre non ha più accesso all’aborto: a fare il punto in prima pagina è il Washington Post, secondo cui sono 20,9 milioni le donne che hanno perso l’assistenza all’interruzione della gravidanza a causa delle norme più rigorose imposte dai loro Stati di residenza, e il numero pare destinato a crescere perché altri Stati si apprestano a fare altrettanto. Sono 14 quelli dove abortire è vietato del tutto o la possibilità di farlo è ridotta a limitatissime situazioni, e almeno in altri 5 simili norme potrebbero essere presto in vigore, sicché in totale al 36% delle donne americane sarebbe impedita la scelta sull’aborto. L'ultimo caso si registra in Louisiana, dove a una donna è stato negato il diritto di abortire nonostante i suoi medici le avessero consigliato di interrompere la gravidanza a seguito di una gravissima malformazione del feto, l’acrania, che non gli avrebbe permesso di sopravvivere che qualche giorno dopo il parto. I dottori non hanno potuto procedere perché «c’era battito cardiaco del feto» e nello Stato dopo la sentenza della Corte Suprema dello scorso giugno è entrata in vigore una legge che vieta l’aborto se non in caso di pericolo di vita per la donna. I legali della donna hanno denunciato «l’orribile posizione crudele in cui lo stato della Louisiana ha posto Nancy Davis lasciata con due scelte: portare avanti la gravidanza fino all’inevitabile morte del feto o spostarsi in un altro Stato per ottenere l’interruzione della gravidanza che aveva così dolorosamente deciso». Ed è questa la via scelta dalla donna, che è alla 14esima settimana di gestazione. Una portavoce dell’ospedale di Baton Rouge, che ha negato l’aborto alla donna, non ha commentato sul caso specifico ma, parlando con la Cnn, ha detto che «analizziamo le circostanze di ciascuna paziente per vedere come rimane nel rispetto delle attuali leggi dello Stato». In effetti, tra le eccezioni al divieto all’aborto che la legge della Louisiana prevede vi è anche quello di una malformazione incurabile del feto, ma - si è giustificata la portavoce - la legge «appare complessa e contraddittoria» su questo aspetto. «A prescindere da quello che affermano i deputati della Louisiana, la legge sta avendo l’effetto sperato, spingendo i dottori a rifiutarsi di praticare interruzioni di gravidanza anche quando necessarie dal punto di vista medio nel timore di perdere la licenza o fronteggiare incriminazioni», denuncia l’avvocato della donna.