Giorgia Meloni studia da futuro presidente del Consiglio. Con i sondaggi a favore e le divisioni che hanno lacerato lo schieramento di centrosinistra, Fdi sente forte l’odore della vittoria alle prossime elezioni del 25 settembre. E non solo. Il partito di Meloni dovrebbe essere, di gran lunga, il più votato dello schieramento e, dunque, secondo gli accordi presi con Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, spetterebbe proprio a Giorgia Meloni l’onere di formare il nuovo governo.

Ed allora, dopo avere mantenuto un atteggiamento più che prudente in relazione alla gestione della crisi in Ucraina mentre era ancora all’opposizione, adesso il lavoro sta diventando ancora più certosino nel mettere a punto le liste con cui affrontare l’appuntamento elettorale.

Meloni vuole candidati di assoluto prestigio e presentabilità, anche internazionale, proprio per dare un restyling al partito e renderlo sempre più affidabile per le cancellerie europee. Il periodo che si affronterà a ottobre non sarà dei più semplici. Si aspetta una forte instabilità economica, un aumento dell’inflazione e ancora tensioni internazionali legate agli sviluppi della guerra in Ucraina di cui si stenta ancora a vedere la fine. Oltre, probabilmente, ad una recrudescenza del Covid. Serve, pertanto, oltre ad una maggioranza stabile, un governo forte e autorevole che goda di credibilità internazionale. Giorgia Meloni, inoltre, vuole reclutare quanto più possibile nomi che andranno a costituire la futura classe dirigente del partito che si presume sarà il più votato dagli italiani e, almeno nelle intenzioni della dirigenza, vuole mantenere i livelli attuali di consenso. I nomi che circolano, a tal proposito, sono quelli dell’ex ministro dell’Economia del governo Berlusconi, Giulio Tremonti, dell’ex magistrato Carlo Nordio, dell’ex ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata e dell’ex presidente del Senato in quota Fi, Marcello Pera. Un collegio blindato dovrebbe essere affidato al responsabile economico del partito, Maurizio Leo, e dovrebbe approdare in Parlamento anche l’ex governatore siciliano Nello Musumeci, molto vicino alla leader di FdI. Nella circoscrizione sud America è in già in pole l’ex pilota di F1 italo- brasiliano Emerson Fittipaldi.

Un parterre d’eccezione volto ad aumentare non solo il prestigio delle candidature messe in campo, ma a sottolineare la nuova linea del partito che vuole sdoganarsi dall’impronta sovranista e di destra estrema. In questo senso vanno lette anche le recenti dichiarazioni di Meloni che ha preso distanze dal fascismo e dalle leggi razziali di Mussolini, confermando un percorso complessivo di sdoganamento di un partito che vuole diventare forza di governo. Naturalmente questa è una strategia che servirà anche per spuntare le armi che, fin qui, hanno messo in campo gli avversari politici e, soprattutto, il segretario nazionale del Pd Enrico Letta. Il leader dem, fin dal momento dell’inizio della campagna elettorale, ha provato a polarizzare lo scontro elettorale sull’impresentabilità dei partiti di centrodestra, a cominciare da quello guidato da Giorgia Meloni. Con le ultime mosse di Fdi e se davvero dovesse arrivare a compimento la campagna acquisti avviata, anche queste armi in mano a Letta potrebbero rivelarsi meno efficaci del previsto.

Più fluida la situazione in Lega e Fi che dovrebbero dare priorità agli uscenti. «L’obiettivo è confermare la Lega come il partito dei sindaci, degli amministratori locali e dei giovani - fanno sapere fonti di via Bellerio, aggiungendo che Matteo Salvini - sta ascoltando e ascolterà il territorio, oltre a tutti i dirigenti. Tra i volti nuovi - fa sapere ancora il Carroccio - oltre al presidente dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti Mario Barbuto, ci sono intellettuali come il professor Giuseppe Valditara ed esponenti dell’ambientalismo pragmatico come il presidente di FareAmbiente Vincenzo Pepe. Non mancheranno, nelle liste della Lega, esponenti delle Forze dell’Ordine, del mondo dei balneari e della sanità, alcuni grandi imprenditori, sportivi ed editori. Nelle prossime ore verranno ufficializzati altri nomi. Sembra resistere anche la voce di una candidatura di Umberto Bossi alla Camera».

Sarà comunque sfida all’ultimo voto tra i partiti della coalizione con Silvio Berlusconi che, provando a condurre personalmente la campagna elettorale di Fi, spera che le distanze attuali tra i partiti si possano ridurre in maniera tala da poter riaprire anche la discussione sulla leadership dopo la chiusura delle urne.