L’ultimo suicidio, speriamo, è di ieri mattina presto nel carcere di Monza. Il pomeriggio prima un altro detenuto si era tolto la vita a Rimini. Ormai sembra una escalation inarrestabile che interessa tutti gli istituti penitenziari italiani. In Campania se sono registrati tre in soli cinque giorni. L’ultimo martedì a Secondigliano, dove si è impiccato, nella sua cella Dardou Gardon, detenuto algerino di 33 anni condannato per rapina. In Campania, evidenziano i garanti della Campania e di Napoli, Samuele Ciambriello e Pietro Ioia, è «il terzo suicidio in soli cinque giorni; la morte di martedì a Secondigliano si somma a quelle di un detenuto di Arienzo e di un detenuto di Poggioreale». I due garanti chiedono che «le parole messe nero su bianco nell’ultima circolare del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria per prevenire gli eventi suicidari diventino buone prassi negli istituti di pena» e invitano il Capo del Dipartimento e il ministro della Giustizia «a visitare le carceri del circondario napoletano, Poggioreale in primis, l’Istituto più sovraffollato d’Italia, e a partecipare ad una tavola rotonda con magistrati di sorveglianza, Amministrazione penitenziaria, Garanti regionali e territoriali e Terzo settore».

Sono 51 le persone che si sono tolte la vita da gennaio

Con queste ultime morti è salita a 51 la triste statistica dei suicidi dall’inizio dell’anno, basti pensare che l’anno scorso, nello stesso periodo, erano a 32 e furono 55 alla fine del 2021. Il dossier “morire di carcere”, curato da Ristretti Orizzonti, racconta come da dieci anni a questa parte i suicidi avvenuti tra il mese di gennaio e quello di giugno siano stati un minimo di 19 e un massimo di 27. Solo nel 2010 e nel 2011 si era arrivati rispettivamente con 33 e 34 suicidi. L’associazione Antigone, nel suo ultimo rapporto, aveva lanciato l’allarme: un tasso di sovraffollamento al 112%, troppo caldo, troppi problemi invisibili e irrisolti, come quelli legati allo stato di salute mentale di chi finisce in cella e che oltre a scontare una pena avrebbe diritto a cure sanitarie specifiche, oltre alla violenza e all’esasperazione dietro le sbarre sono una miscela esplosiva. Lo stesso garante nazionale dei detenuti, Mauro Palma, nel corso della sua ultima relazione in Parlamento, aveva descritto la situazione e sollecitato degli interventi. Antigone fa anche il confronto con quanto accade fuori dagli istituti di pena: con 0,67 casi di suicidi ogni 10.000 abitanti, l’Italia è in generale considerato un Paese con un tasso di suicidi basso, uno tra i più bassi a livello europeo. Secondo gli ultimi dati del Consiglio d’Europa, l’Italia si colloca invece al decimo posto tra i paesi con il più alto tasso di suicidi in carcere. A fine 2021, tale tasso era pari a 10,6 suicidi ogni 10.000 persone detenute.

Gennarino De Fazio (Uilpa): «L'ultima circolare del Dap non serve quasi a nulla»

Per Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, la circolare a firma del Capo del Dap, Carlo Renoldi, di pochi giorni fa è «di per sé condivisibile nei principi e negli obiettivi. Crediamo, peraltro, rappresenti il massimo che si potesse fare a livello amministrativo. Tuttavia, a nostro avviso, non serve quasi a nulla per le stesse ragioni già accennate. Da tempo diciamo che la grave emergenza penitenziaria, connotata pure da sovraffollamento detentivo, non è affrontabile, se non marginalmente, per via amministrativa, ma che servono interventi legislativi investendo le risorse necessarie. Sarebbero stati indispensabili un decreto-legge per affrontare le urgenze e, parallelamente, una legge delega per le riforme strutturali. Adesso non rimane che attendere il prossimo esecutivo, sperando che si dimostri all’altezza delle attese, senza sottovalutare che in autunno l’eventuale recrudescenza dei contagi da Covid-19 e possibili tensioni sociali si andrebbero a sommare alle pesantissime criticità preesistenti e potrebbero innescare nuove proteste e disordini generalizzati. Speriamo di sbagliarci».

I vertici del Dap a Ferragosto in visita nelle carceri

Ieri si è fatto sentire anche il capo del Dap, Carlo Renoldi, con una nota del ministero della Giustizia: «L’estate, come spesso accade, si dimostra il momento più critico dell’anno per gli istituti penitenziari. In questo 2022 è reso ancora più doloroso dal drammatico incremento dei suicidi: ciascun episodio interroga le nostre coscienze di uomini e di operatori del sistema penitenziario su quanto è stato fatto finora e su quanto sia ancora necessario fare. Per questo, insieme ai miei più stretti collaboratori, al Vice Capo, ai Direttori generali del Dap e ai Provveditori regionali abbiamo avvertito l’esigenza di visitare degli istituti penitenziari anche nel giorno di Ferragosto. Vogliamo portare un segnale di vicinanza all’intera comunità penitenziaria e ribadire riconoscenza al personale in servizio». Il capo del Dap lunedì, dopo aver partecipato al tradizionale Comitato nazionale ordine e sicurezza pubblica, visiterà la Casa circondariale femminile e la Casa di reclusione di Roma Rebibbia. Gli altri vertici dell’Amministrazione saranno a Viterbo, Palermo Ucciardone, Genova Marassi, Lecce, Taranto, Palermo Pagliarelli, Terni, Napoli Poggioreale e Santa Maria Capua Vetere, Bologna, Modena, Ancona, Pesaro, Aosta, Udine, Oristano e Ariano Irpino. E sempre il 15 agosto il vicepresidente del Csm, David Ermini, e il sindaco di Firenze, Dario Nardella  visiteranno il carcere di Sollicciano insieme al Garante nazionale dei detenuti Mauro Palma.