Il voucher connettività, meglio conosciuto come bonus internet è un contributo che è stato esteso ai professionisti dal MiSe con il decreto del 27 aprile scorso. Questo bonus è ancora disponibile (anche se non per tutti i professionisti) e consente di rendere più performante l’accesso ad internet del proprio studio. Fondamentale è la sottoscrizione di un abbonamento per partita Iva.

I fondi messi a disposizione per il bonus connettività non sono pochi: oltre 608 milioni di euro, di cui circa l’ 85% è tuttora disponibile poiché la macchina di distribuzione guidata da Infratel (società che gestisce l’erogazione) presenta delle anomalie, tant’è che in diverse regioni concorrere al voucher più sostanzioso da ben 2500 euro è praticamente impossibile, ma vediamo perché.

L’idea di un fondo, finalizzato a contribuire al miglioramento della connettività, è nata in un primo momento per supportare soltanto le imprese con un numero massimo di dipendenti pari a 250. A partire dal 23 maggio scorso, la possibilità di ricevere un incentivo per l’attivazione di servizi di connettività a banda ultralarga da 30 megabit fino a 1 gigabit al secondo è stata estesa anche ad alcune categorie di persone fisiche titolari di partita Iva.

Si tratta di quei professionisti che esercitano, in proprio o in forma associata, una professione intellettuale strutturata in ordini o collegi ai sensi dell’articolo 2229 del codice civile come appunto gli avvocati, o una delle professioni senza un albo o un ordine, indicate dalla legge 4 del 2013.

È importante sottolineare che il voucher è soggetto a delle condizioni: i professionisti non devono già aver usufruito di altri bonus statali e non devono aver attivato un contratto di connettività. Solo in questi ipotesi e nel caso in cui l’avessero già attivato, con velocità download e banda minima garantita al di sotto di quelle previste dall’incentivo, i professionisti potenziali beneficiari potranno richiedere il voucher ad uno qualunque degli operatori accreditati, fino ad esaurimento delle risorse stanziate entro il 15 dicembre 2022. Ricordiamo che il bonus Internet 2022 prevede tre tipi di contributi diversi (voucher A, B e C) che vanno da un minimo di 300 euro ad un massimo di 2500 euro per le spese effettuate per servizi di connettività a banda ultralarga da 30 Mbit/ s ad oltre 1 Gbit/ s, di durata pari a 18 o 24 mesi.

Perché allora questa corsa al voucher? Sono due i motivi che spingono a fare in fretta: il primo è rappresentato dal fatto che gli interventi sono finanziati con risorse statali del Fondo Sviluppo e Coesione 2014- 2020 con i quali si mira a contribuire al riequilibrio socioeconomico delle aree svantaggiate. Dunque, per sua stessa natura, il fondo nella ripartizione dà priorità alle Regioni del Sud Italia.

Infatti come risulta dalla dashboard voucher imprese reperibile dal cruscotto digitale del Mise (bandaultralarga. italia. it/ scuole- voucher/ voucherimprese/), aggiornata all’ 8 agosto su oltre 576 milioni di euro in totale, la Sicilia ne ha disponibili 106, la Campania 96, la Puglia 77, invece la Toscana 10, segue il Lazio con 8, 10 la Lombardia e 9 il Piemonte.

Le risorse sono così ripartite: il 25% è destinato per il voucher A il 25%, per il B 50% e il restante 25% al voucher C. Da qui spiegato il motivo della corsa al contributo per i 2,000 euro poiché in molte regioni risulta già impegnato perché attivato attraverso la sottoscrizione da parte del cliente o perché è stato prenotato da uno degli operatori telefonici che provvederà alla rivendita entro un certo lasso di tempo.