Il sindaco di Pollica (Salerno) Angelo Vassallo sarebbe stato ucciso nel 2010 per impedire che denunciasse un traffico di sostanze stupefacenti di cui era giunto a conoscenza e che avveniva nel porto di Acciaroli, frazione del comune di Pollica. Questa l’ipotesi alla base delle indagini della Dda di Salerno culminate ieri con l’esecuzione di un decreto di perquisizione nei confronti di 9 persone, indagate a vario titolo per i reati di omicidio e di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

Omicidio Vassallo, chi sono gli indagati

Tra queste anche il colonnello Fabio Cagnazzo e l'ex carabiniere Lazzaro Cioffi, che era già indagato per il delitto ed è stato di recente condannato a 15 anni di carcere per concorso esterno in traffico internazionale di droga e altri reati. Secondo la Procura di Salerno la prima fase delle indagini fu caratterizzata da depistaggi, in particolare per quanto riguarda i video delle telecamere di videosorveglianza del porto di Acciaroli, acquisiti da Cagnazzo, di sua iniziativa, poche ore dopo il delitto. In un primo momento, le piste più battute furono quella camorristica, soprattutto per le modalità dell’esecuzione, quella di interessi sullo sviluppo edilizio del territorio, e quella della droga.

Nel luglio 2018, il pm Leonardo Colamonici ha notificato un avviso di garanzia per rendere interrogatorio da indagato a Cioffi, che dal 1991 fino a pochi mesi prima di essere arrestato ha lavorato nel nucleo investigativo di Castello di Cisterna, lo stesso di cui era a capo il colonnello Cagnazzo, che ha avuto una breve relazione con Giusy, una dei due figli di Vassallo, e che la sera dell’omicidio era ad Acciaroli. Cagnazzo venne indagato e poi prosciolto dai pm salernitani. Una lettera anonima alla redazione della trasmissione di Mediaset “Le Iene” nel 2019 tirò di nuovo in ballo il suo nome insieme a quello di Cioffi. Nel frattempo la famiglia di Vassallo non ha mai smesso di chiedere che si trovassero i responsabili dell’omicidio.