Sarà che il clima da “diluvio universale” prodotto con la crisi di governo affretta la corsa verso l’“arca” dei provvedimenti da salvare. Sta di fatto che tra un decreto legge e un decreto legislativo si è trovato anche il tempo di prorogare per la sessione 2022 l’impianto del “doppio orale” per l’esame da avvocato.

Merito del ministero della Giustizia che, rappresentato alla Camera dal sottosegretario Francesco Paolo Sisto, ha caldeggiato il relativo emendamento parlamentare ( di Forza Italia) al decreto Semplificazioni. L’intera legge di conversione è ora attesa al Senato, dove andrà approvata (evidentemente senza modifiche) entro il 21 agosto. Sono fonti di via Arenula a ricordare che l’adozione della “formula straordinaria” (per il terzo anno consecutivo) è prevista all’articolo 39 bis del Dl votato alla Camera: si ripropone appunto, per l’abilitazione alla professione forense, «la stessa formula d’esame già sperimentata positivamente negli ultimi due anni».

La modalità, com’è noto, «sostituisce le tre tradizionali prove scritte con un doppio orale, ed è stata introdotta nel 2021 su proposta della ministra Marta Cartabia, per consentire di svolgere in sicurezza le prove anche durante la pandemia». Come sancito dall’emendamento al Dl Semplificazioni, che si aggancia al decreto legge 31 del 2021 e alla legge 50 dello stesso anno, il bando arriverà con un successivo decreto del guardasigilli, e darà 3 mesi di tempo ai praticanti per aderire. Vengono riproposte, fra l’altro, le speciali tutele per i candidati Dsa. Alla base della decisione sull’esame c’è la convergenza fra la ministra Cartabia e la presidente del Consiglio nazionale forense Maria Masi: nella loro valutazione è stata decisiva la presa d’atto che l’andamento della pandemia continua a non dare tregua e che comunque le “modalità covid” hanno dato prova di funzionare.