Cè uno spiraglio, inatteso. Riguarda lequo compenso, la legge che tutela le retribuzioni dei professionisti. Nella capigruppo di oggi pomeriggio a Palazzo Madama si è fatta strada la possibilità di inserirla tra i provvedimenti urgenti da trattare in Aula. È un varco che si è aperto grazie allimpegno del sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, che ha seguito fin dallinizio liter in Parlamento per conto dellesecutivo. Manca ancora un ok definitivo, ma appunto si è aperta una finestra di opportunità. Nella pre-riunione delle 14, Sisto ha sottoposto a tutte le forze politiche lipotesi di preservare il testo sullequo compenso anche nel regime emergenziale delle Camere sciolte. Pochi minuti dopo i capigruppo si sono riuniti con la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. Si è stabilito che, per ora, si darà priorità alla conversione dei decreti legge, ma che una nuova riunione della conferenza, di qui a una settimana, fisserà il calendario per i ddl. Tra questi, è la linea prevalente fra i gruppi, si valuterà di accludere anche la legge sui professionisti. Lopzione insomma è sul tavolo, seppure in stand by. Nel caso dellequo compenso va considerato un aspetto in particolare: il fatto che manchi solo il voto dAula. La commissione Giustizia ha licenziato il provvedimento (e dato mandato al relatore, Emanuele Pellegrini della Lega) senza modificare una virgola rispetto allarticolato approvato a Montecitorio nellottobre del 2021. Il che vuol dire che con il solo passaggio nellAula di Palazzo Madama, la legge andrebbe dritta in Gazzetta ufficiale. Il nuovo equo compenso integra e rafforza i principi della legge approvata 5 anni fa, grazie alla spinta del Consiglio nazionale forense e alla volontà politica dellallora guardasigilli Andrea Orlando. Rende inequivocabile il riferimento ai parametri ministeriali per il compenso relativo agli incarichi attribuiti a un professionista nel quadro delle convenzioni. Ma di fatto esclude i liberi accordi ultraribassisti ogni qual volta vi sia un committente forte. Soprattutto, afferma con chiarezza tali vincoli anche per la Pubblica amministrazione e le partecipate, con due esclusioni di peso: lAgenzia delle entrate-Riscossione e il settore delle cartolarizzazioni. Tra le novità rispetto alle norme già in vigore, la più controversa riguarda le sanzioni disciplinari che gli Ordini potranno infliggere agli iscritti qualora questi ultimi accettassero compensi al di sotto dei parametri. Insieme con lesclusione delle categorie non ordinistiche, proprio questo profilo ha determinato lo scetticismo del Pd, e qualche perplessità anche fra i 5 Stelle. Ma dalle professioni, e dallavvocatura innanzitutto, la richiesta prevalente è di non sprecare la chance di rafforzare comunque le tutele. Pesa che il provvedimento abbia come firmatari innanzitutto la leader di FdI Giorgia Meloni, quindi Andrea Mandelli di FI e Jacopo Morrone della Lega. Cè insomma una valenza politica non marginale. Ma che, dal primo confronto di ieri, non sembrerebbe destinata a tagliare le gambe alla legge.