Carlo Fidanza, l’europarlamentare di Fratelli d’Italia che si era autosospeso dopo l’inchiesta Lobby nera, e Giovanni Acri, ex consigliere comunale di Brescia risultano indagati dalla procura di Milano per corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio. Nei confronti di Acri i finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Milano «stanno eseguendo perquisizioni locali e domiciliari e acquisizioni documentali» si legge nel comunicato firmato dal procuratore capo Marcello Viola.  Secondo l’ipotesi accusatoria, l’esponente bresciano del partito guidato da Giorgia Meloni si sarebbe dimesso dalla carica di consigliere comunale «ricevendo in cambio l’utilità rappresentata dall’assunzione del proprio figlio quale assistente parlamentare» proprio di Fidanza. La vicenda non è nuova per le cronache locali. Il 25 giugno 2021 Acri si dimette per motivi personali, ma già a inizio ottobre c’è chi scrive di un esposto anonimo in cui si sollevano dubbi sull’assunzione del figlio dell’unico eletto di Fratelli d’Italia in Consiglio. Gli autori dell’esposto invitano i magistrati a indagare sulle cause delle dimissioni di Acri al quale subentra Giangiacomo Calovini perché primo dei non eletti e vicino a Fidanza. Per i pm di Milano Cristiana Roveda e Giovanni Polizzi il campanello d’allarme sarebbe da cercare tra le opportunità politiche che questo cambio in Comune ha portato alla famiglia Acri: il figlio, dopo le dimissioni del padre, è stato assunto come assistente locale nella segreteria politica dell’europarlamentare. L’accordo di scambio tra l’europarlamentare di Fdi (autosospeso) Carlo Fidanza e l’ex consigliere comunale di Brescia Giovanni Francesco Acri, si sarebbe perfezionato il 18 giugno 2021. La Guardia di finanza - oltre alla perquisizione domiciliare a casa dell’ex consigliere - ha eseguito «acquisizioni documentali» nello studio di un commercialista milanese ritenuto "terzo erogatore", figura prevista dalla legislazione europea che indica il soggetto incaricato dal politico per la gestione dei finanziamenti da distribuire ai suoi collaboratori.  Oggi è stato acquisito dai finanzieri il contratto per le funzioni di "assistente locale" stipulato nei confronti di Jacopo Acri (non indagato), figlio dell’esponente bresciano di Fratelli d’Italia, che sarebbe stato - secondo l’ipotesi dei pm Cristiana Roveda e Giovanni Polizzi - l’oggetto della presunta corruzione: Giovanni Acri avrebbe fatto un passo indietro in Consiglio (venendo sostituito da Giangiacomo Calovini, non indagato, ritenuto vicino a Fidanza) in cambio di un posto di lavoro per il figlio, assunzione che sarebbe stato perfezionato circa quattro mesi prima che il ragazzo compisse 18 anni. L’inchiesta sulle dimissioni rappresenta un filone d’indagine autonomo rispetto a quello sulla cosiddetta "Lobby nera" che vede indagato Fidanza per finanziamento illecito e riciclaggio. Oltre ai documenti riguardanti tutti i rapporti tra Fidanza e Acri, i finanzieri hanno acquisito nello studio commercialista anche documenti riguardanti altri collaboratori dell’europarlamentare di Fdi per verificare la regolarità dei rapporti di lavoro.

Le dichiarazioni di Fidanza

«Ho appreso con sorpresa di questa nuova indagine, che pare riprendere i contenuti di un esposto anonimo depositato alla procura di Brescia nell’ottobre 2021, pochi giorni dopo la trasmissione di un’inchiesta giornalistica di Fanpage. Evidentemente, facendo politica, non si può essere simpatici a tutti e probabilmente qualcuno ha tentato di colpirmi in un momento di difficoltà, nascondendosi dietro l’anonimato. Tengo solo a dire che sono più che sereno, non ho commesso alcun atto illecito e sono certo che le indagini lo dimostreranno», afferma Carlo Fidanza commentando la nuova inchiesta che lo vede indagato per corruzione.