La battaglia non è persa anzi. Dopo la frenata a Bruxelles, il premier Draghi rilancia l’obiettivo di arrivare ad un tetto sul prezzo del gas. E lo fa di fronte agli altri leader del G7: «Dobbiamo eliminare per sempre la nostra dipendenza dalla Russia», dice senza mezzi termini. «Anche quando i prezzi dell’energia scenderanno, non è pensabile tornare ad avere la stessa dipendenza della Russia che avevamo», sostiene. La sponda è quella degli Stati Uniti che insiste sul "price cup" al petrolio con l’apertura di Berlino e il consenso di Parigi. Ma al vertice su questo punto non sono previste conclusioni, il lavoro di mediazione per trovare una soluzione proseguirà per via diplomatica. La proposta va valutata nei «dettagli», ha sottolineato il presidente del Consiglio europeo Michel, «la misura deve colpire la Russia e non i Paesi europei», ha osservato ipotizzando che un tetto al prezzo possa essere imposto utilizzando come leva i servizi di trasporto e quelli assicurativi. Dalle Alpi bavaresi dove oggi si è aperto un G7 all’insegna del sostegno all’Ucraina (Francia e Regno Unito sottolineano la possibilità di invertire la rotta nel conflitto; «le democrazie unite sono imbattibili», il messaggio che arriva dal summit) i capi di Stato e di governo discutono di economia globale. Rilanciano un piano di investimenti nei paesi in via di sviluppo in chiave anti-Cina, ribadiscono la necessità di affrontare il tema dell’inflazione, della sostenibilità fiscale, dell’imminente crisi alimentare. Occorre «mitigare l’impatto dell’aumento dei prezzi dell’energia, compensare le famiglie e le imprese in difficoltà, tassare le aziende che fanno profitti straordinari», è la ricetta del Capo dell’esecutivo italiano. Il presidente del Consiglio vede un pericolo all’orizzonte: bisogna evitare - ammonisce - gli errori commessi dopo la crisi del 2008, la crisi energetica non deve produrre un ritorno del populismo. E comunque «porre un tetto al prezzo dei combustibili fossili importati dalla Russia - argomenta - ha un obiettivo geopolitico oltre che economico e sociale». Draghi prende la parola insieme agli altri Grandi. Arrivando intorno a mezzogiorno aveva sottolineato con il padrone di casa, il Cancelliere Scholz, la splendida cornice delle Alpi bavaresi nella quale si tiene il vertice, poi un saluto con il presidente americano Biden prima di prendere parte ai lavori della prima sessione, posizionato tra il primo ministro canadese Trudeau e il presidente del Consiglio europeo Michel. E uno scambio di battute con tutti, in particolare durante la passeggiata (con successiva foto di famiglia) ai piedi del castello di Elmau con il presidente francese Macron. Il presidente del Consiglio si aspetta un segnale concreto dal vertice soprattutto sul fatto che si sblocchi il grano in Ucraina per evitare che ci sia una carestia senza precedenti. «Va fatto molto prima di settembre quando arriverà il nuovo raccolto», l’appello, «dobbiamo accelerare i nostri sforzi sul fronte della sicurezza alimentare» dando il massimo sostegno alle Nazioni Unite, «perché possa procedere più velocemente nel suo lavoro di mediazione», osserva il premier. Per Draghi inoltre occorre fare di più per i progetti in aiuto ai Paesi di sviluppo, coinvolgendo anche la banca mondiale e spingendo sulle «rinnovabili». E bisogna fare in modo che i Paesi africani possano produrre i vaccini. (Giovanni Lamberti, Agi)