«Se avessimo iniziato a ricevere armi pesanti a gennaio, la situazione sarebbe potuta essere diversa». Lo afferma in un tweet Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, spiegando, in evidente risposta alle ultime affermazioni di Joe Biden, che «abbiamo saputo dell’invasione non solo dall’Occidente, ma anche dalla nostra intelligence». «E l’Ucraina si sta preparando dall’anno scorso - ha aggiunto - Ma mentre gli altri ci davano tre giorni, la nostra intelligence ha detto che avremmo resistito. Resta quindi da chiedersi ciò che gli altri Paesi, conoscendo i piani di Mosca, hanno fatto per fermare l’invasione».

Zelensky chiede un'Europa unita contro la Russia

Questo è «indubbiamente un momento decisivo, non solo per l’Ucraina ma per tutta l’Unione europea: un momento in cui si decide quale sarà, e se ci sarà, il futuro dell’Europa unita. La Russia vuole spaccarla, indebolirla e siamo certi che l’Ucraina sia solo il primo passo di questa aggressione. Per questo la risposta positiva dell’Unione europea alla richiesta ucraina di candidarsi come membro può diventare una risposta affermativa all’esistenza di un futuro per il progetto comunitario» afferma Zelensky in occasione della seconda visita dall’inizio della guerra di Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione europea. «Il popolo ucraino ha già dato un enorme contributo nella difesa della nostra comune libertà, dei nostri valori comuni - ha sottolineato Zelensky - migliaia di vite ucraine sono state sacrificate affinché nel nostro Paese e in tutta Europa si abbia la possibilità di vivere liberi. Davanti a una guerra così brutale, noi ucraini abbiamo dimostrato che le nostre istituzioni statali rimangono stabili e che la nostra gente è completamente integrata nel contesto europeo. In tempi brevi abbiamo fornito le risposte al questionario, la cui prima parte mi è stata consegnata da lei personalmente a inizio aprile e di cui già la prossima settimana aspettiamo il resoconto della commissione europea in merito al rispetto da parte nostra dei criteri di Copenaghen in merito all’adesione alla Ue». «Come emerso dai sondaggi, la maggior parte degli europei ritiene l’Ucraina parte della famiglia europea. Ora - incalza - di questa realtà attendiamo un riconoscimento a livello politico, sarò onesto, già per il 23, 24 giugno». Per il presidente ucraino «la conclusione logica» cui dovrebbe arrivare la Commissione europea «dovrebbe essere il conferimento all’Ucraina dello status di paese candidato». «Noi in questo crediamo. Ovviamente ci rendiamo conto che sarebbe soltanto l’inizio di un percorso, ma tutti hanno già constatato quanto valore dia il popolo ucraino alla libertà, quanto sia pronto a combattere per il proprio futuro e quanto farà tutto il necessario per l’integrazione del Paese nell’Unione europea. Il progetto europeo non può essere concluso senza di noi, che difendiamo il futuro per noi stessi ma anche per tutti i popoli dell’Europa» ha concluso.

Zelensky chiede il settimo pacchetto di sanzioni contro la Russia

«Sono grato all’Unione europea per la politica di sanzioni contro la Federazione russa, aiuta molto la nostra lotta. Sei pacchetti di sanzioni sono diventati un importante strumento di pressione sulla Russia, ma la guerra, purtroppo, continua e quindi serve il settimo pacchetto di sanzioni». E deve essere ancora più forte« ha ribadito Zelensky. «Le sanzioni devono investire tutti i funzionari russi, tutti i giudici russi che lavorano per la guerra, per le repressioni - ha detto - L’Ue deve bloccare completamente l’attività di tutte le banche russe senza eccezioni, a partire da Gazprombank, uno dei portafogli principali per pagare la politica antieuropea della federazione russa». Ma non solo. «Servono sanzioni contro tutte le aziende russe che in uno o altro modo aiutano lo Stato russo sia per quanto riguarda l’ambito militare sia per quanto riguarda l’oppressione della democrazia, della libertà di parola - continua Zelensky - E l’Ue, per il proprio bene, deve lavorare più velocemente per quanto riguarda la rinuncia completa ai mezzi energetici russi. Questa è una questione fondamentale per la sicurezza di tutti, sia per l’Ucraina che per ogni paese europeo«.