I fatti: decine, forse centinaia di parlamentari del Movimento 5 stelle non hanno resistito parte dello stipendio, come avrebbero dovuto in base al regolamento interno. Le opinioni, in primis quella del leader Giuseppe Conte: «ci sono delle restituzioni che non sono pervenute da parte di alcuni parlamentari, che però hanno assunto l’impegno a farle pervenire». E ancora: «chiariremo questo aspetto nelle prossime settimane». Da quando è uscita la notizia di mancanza di fondi in cassa, si è aperto un caso rimborsopoli tra i pentastellati. Con tanto di un Beppe Grillo su tutte le furie, visto che proprio la restituzione di parte dello stipendio è uno dei capisaldi del Movimento sin dalla fondazione. Lo staff del comico non conferma né smentisce, trincerandosi dietro a un “no comment”. Ma di quali cifre stiamo parlando? Dopo il via libera del Consiglio nazionale grillino al bilancio, si parla di diversi milioni. Ma l’intero bilancio non è ancora stato comunicato ai parlamentari, tanto che in molti chiedono spiegazioni al tesoriere Claudio Cominardi (quello che ha condiviso la foto del murale con Draghi al guinzaglio di Biden). «Noi siamo per la trasparenza e ci aspettiamo una mail con il bilancio approvato in allegato, per comprendere quali siano le spese e come vengono investiti i soldi - ha detto un parlamentare grillino - Ci sembra il minimo e siamo certi che arriverà a breve, altrimenti lo pretenderemo». Circa la metà tra deputati e senatori sarebbe indietro con le restituzioni, che consistono in mille euro al partito e 1500 alla società civile, con una destinazione da scegliere di volta in volta. A gettare benzina sul fuoco Vittoria Baldino, deputata grillina ma anche coordinatrice del Comitato politiche giovanili del partito, che a Repubblica ha dichiarato di essere in regola, invitando i colleghi a fare altrettanto. Il problema è che sarebbero proprio gli eletti scelti da Conte per riempire le caselle del nuovo organigramma del Movimento, tra questi anche Baldino, a essere tra i pochi in regola con i conti. Che era una precondizione per ambire al ruolo, tanto che alcuni hanno ammesso di aver ricominciato a restituire durante il periodo della scelta per poi smettere di nuovo. Il malcontento tra i parlamentari pentastellati è ormai noto, soprattutto per la possibile deroga al limite dei due mandati, ultimo dei totem degli inizi in procinto di cadere. Secondo Adnkronos, «ci sarebbe non a caso una forbice significativa nelle restituzioni tra coloro che siedono in Parlamento da questa legislatura e i veterani al secondo giro, più restii a restituire» . E mentre diventa di dominio pubblico la mail con cui Conte si iscrisse al movimento, il 17 luglio 2021, lo stesso leader difende gli interessi del Movimento. «Nessuno dica che c’è un buco nel bilancio del Movimento - ha scandito ieri - In Italia, quando si tratta dei Cinque Stelle, anche le questioni contabili appassionano». Nessuno gli riveli che i più appassionati sono i suoi stessi parlamentari.