L’ex parlamentare di Forza Italia, Antonio Capuano, ha confermato, dopo averlo smentito, l’incontro tra il leader della Lega, Matteo Salvini, e l’ambasciatore russo in Italia, Sergej Razov, pochi giorni dopo l’invasione russa dell’Ucraina. La notizia arriva poche ore dopo la conferma, da parte del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) di voler procedere con un’indagine proprio su Capuano, che nel ruolo di avvocato ha fornito consulenze a Salvini per organizzare il viaggio a Mosca, poi mai realizzatosi, degli scorsi giorni. Per bocca del suo presidente, Adolfo Urso di Fratelli d’Italia, il Copasir ha infatti fatto sapere di aver avviato «le usuali procedure informative previste», pur ribadendo che «come consuetudine non esprime mai valutazioni politiche sull’attività dei parlamentari». E così Salvini si trova stretto tra due fuochi: il primo, quello degli altri partiti, che se dal centrodestra prendono le distanze, dal centrosinistra attaccano frontalmente il numero uno del Carroccio; il secondo, quello della stessa Lega, dal cui interno si moltiplicano i malumori dopo le ultime uscite del Capitano. Per questo ieri Salvini è stato costretto, almeno con i suoi, a una sorta di contrattacco. «La Lega è una grande squadra, che ha vinto e vincerà ancora a lungo ha scritto in un messaggio inviato nelle chat interne del partito - per questo il tentativo di alimentare litigi e divisioni si ripete sempre uguale, noioso e inutile: in una grande squadra ci sono giocatori con caratteri diversi, ma gli obiettivi sono comuni e concreti». Per poi spiegare quali sono questi obiettivi. «I più immediati e urgenti fermare la guerra e le armi, superare l’indegna censura mediatica che nasconde i referendum sulla giustizia del 12 giugno, eleggere tanti nuovi sindaci oltre agli 800 già al lavoro, difendere lavoro, casa e risparmi degli italiani». Dal centrodestra in molti non nascondono l’imbarazzo per le mosse dell’alleato, anche se le prese di posizioni di ferma condanna sono poche. «L’opinione su quello che fa Salvini va chiesta alla maggioranza di cui fa parte - ha detto la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni - Per me chiunque faccia delle cose che ritiene utili per trovare delle soluzioni, benvenuto: dopo di che credo che sia con il governo di cui fa parte che Salvini deve parlare». Sulla stessa lunghezza d’onda Antonio Tajani, coordinatore di Forza Italia che con Salvini è alzata in maggioranza, secondo il quale eventuali visite a Mosca devono essere concordate con l’esecutivo. Esecutivo che ieri si è fatto sentire niente meno che per bocca del suo capo, il presidente del Consiglio Mario Draghi. Che a margine del Consiglio europeo straordinario di Bruxelles, a specifica domanda sull’eventuale viaggio di Salvini a Mosca e sull’incontro con Razov, ha risposto che «il governo è allineato coi partner del G7 e dell’Ue, intende proseguire su questa strada e non si fa spostare da queste cose». Ma è dal centrosinistra che arrivano gli attacchi più duri contro Salvini. «Ni chiediamo delle risposte - ha commentato il segretario del Pd, Enrico Letta perché mentre la crisi era in corso c’erano trattative tra l’invasore russo e un partito di governo italiano: non è una vicenda che può terminare a tarallucci e vino». E se dal Movimento 5 Stelle il comportamento del leader leghista viene definito «sconcertante», proprio tra grillini e leghisti potrebbe tuttavia aprirsi un fronte comune in vista delle comunicazioni di Draghi in Senato il prossimo 21 giugno prima del Consiglio europeo. In quell’occasione infatti il Movimento presenterà una risoluzione per fermare l’invio di armi all’Ucraina, e in molti prevedono che il presidente M5S, Giuseppe Conte, potrebbe sfruttare l’occasione per sfilarsi dalla maggioranza. Che farà la Lega? Più volte Conte ha detto che finora quelle di Salvini sulle armi sono state solo parole mentre adesso ha l’opportunità di passare ai fatti. Che, tradotto, significa Lega e M5S fuori dal governo. Fantapolitica, forse, ma magari anche l’occasione per Salvini di tirarsi fuori dal guado in cui si è cacciato con l’affaire Capuano. Appuntamento a palazzo Madama fra tre settimane. Ne vedremo delle belle.