«Letta ha indicato il no che è di fatto un invito all’astensione, il modo più efficace per far fallire i referendum. Il segretario Pd ha fatto prevalere le ragioni dell’alleanza con il M5S, contrario a questi referendum perché mettono alle spalle la stagione giustizialista di Bonafede. E poi c’è Salvini: ha visto che la battaglia era in salita e si è defilato: adesso va pure in Russia la sua fase garantista sembra sia già passata. Giorgia Meloni praticamente non ne parla». È quanto sostiene la Senatrice di Più Europa, Emma Bonino, in un’intervista a Libero dove spiega le ragioni dei 5 sì ai referendum giustizia. «Non è coi referendum che si fa una riforma complessiva, perché si rischia di provocare più problemi che offrire soluzioni», aveva detto il segretario dem Enrico Letta, che ha difeso la scelta di schierare il partito per il No ai cinque quesiti sulla giustizia. Aprendo tuttavia a chi la vede in modo diverso nel partito:  «Il Pd non è una caserma - ha sottolineato Letta - quindi daremo un orientamento di voto ma lasceremo la libertà ai singoli vista la materia così delicata». «La battaglia per una giustizia giusta - sottolinea Bonino - è la battaglia delle battaglie. Dal buon funzionamento della macchina giudiziaria passa tutto ciò per cui ho combattuto per una vita e continuo ancora oggi a combattere: i diritti umani, le libertà economiche e civili, la difesa dei più deboli, la burocrazia, le carceri, i migranti, le minoranze religiose e le persone LGBTI+. Dalla giustizia giusta passa lo Stato di diritto e quindi la democrazia. Per questo, +Europa insieme ad Azione ha lanciato, anche in queste giornate, una mobilitazione in tutta Italia per informare i cittadini delle ragioni liberali del sì». E in merito alla riforma Cartabia, Bonino sostiene come la riforma sia «importante e positiva, per questo la sostengo convintamente, mai referendum vanno più in profondità nelle riforme».