La "rivoluzione del cognome" materno segna un passo avanti nella parità di genere, anche dentro la famiglia. L’automatica attribuzione del solo cognome paterno, infatti, «si traduce nell’invisibilità della madre» ed è il segno di una diseguaglianza fra i genitori, che «si riverbera e si imprime sull’identità del figlio». È quanto si legge nella sentenza n. 131 depositata oggi (redattrice la giudice Emanuela Navarretta), con cui la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 262, primo comma, del Codice civile «nella parte in cui prevede, con riguardo all’ipotesi del riconoscimento effettuato contemporaneamente da entrambi i genitori, che il figlio assume il cognome del padre, anziché prevedere che il figlio assume i cognomi dei genitori, nell’ordine dai medesimi concordato, fatto salvo l’accordo, al momento del riconoscimento, per attribuire il cognome di uno di loro soltanto». L'automatismo, spiega la Corte, comporta la contestuale violazione degli articoli 2, 3 e 117, primo comma, della Costituzione, quest’ultimo in relazione agli articoli 8 e 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. E l’illegittimità costituzionale è stata estesa anche alle norme sull’attribuzione del cognome al figlio nato nel matrimonio e al figlio adottato. Nella motivazione della sentenza, la Corte ha spiegato che il cognome «collega l’individuo alla formazione sociale che lo accoglie tramite lo status filiationis», «si radica nella sua identità familiare» e perciò deve «rispecchiare e rispettare l’eguaglianza e la pari dignità dei genitori». Lo stesso, eventuale, accordo fra i genitori per attribuire un solo cognome presuppone una regola che ripristini la parità, poiché senza eguaglianza mancano le condizioni per un autentico accordo. Pertanto, attraverso la dichiarazione di illegittimità costituzionale, la Corte ha stabilito che il cognome del figlio «deve comporsi con i cognomi dei genitori», nell’ordine dagli stessi deciso, fatta salvala possibilità che, di comune accordo, i genitori attribuiscano soltanto il cognome di uno dei due. Sarebbe infatti in contrasto con i principi costituzionali invocati, impedire «ai genitori di avvalersi, in un contesto divenuto paritario», dell’accordo per rendere un unico cognome segno identificativo della loro unione, capace di farsi interprete di interessi del figlio.
Cognome materno, la Consulta: "L'identità del figlio rispecchi l'uguaglianza tra i genitori"
Ecco le motivazioni della sentenza con cui la Corte ha dichiarato illegittima l’automatica attribuzione del cognome paterno. "Ora una legge per evitare il meccanismo moltiplicatore"
31 maggio, 2022 • 15:30