Le forze russe hanno attaccato più di 40 città nelle regioni orientali ucraine di Donetsk e Luhansk, distruggendo o danneggiando 47 siti civili, comprese 38 case e una scuola. Lo riferisce l’esercito ucraino, aggiungendo che cinque civili sono morti e 12 sono rimasti feriti in questi bombardamenti. Nell’ultimo mese le truppe russe hanno attaccato il Donbass da tre lati nel tentativo di accerchiare le forze ucraine nelle città di Severodonetsk e Lysychansk. La caduta di queste due città consentirebbe ai russi di controllare l’intera regione di Lugansk, uno degli obiettivi prioritari del Cremlino. Pesantemente colpita anche Slovyansk. Secondo fonti militari ucraine, i russi stanno cercando di prendere il controllo del villaggio di Lyman per avvicinarsi a Sevierdonetsk e ad Avdivka, due punti strategici della zona. Attacchi con l’artiglieria pesante sono segnalati a Chepil,Dovhenke, Kurulka, Bohorodychne e Studenok. Nel Sud del Paese, proseguono i tentativi russi di espandere la presenza a Kherson e a Zaporizhzhia. Ma secondo l’intelligence britannica, l’esercito russo sta registrando perdite significative in molte delle sue unità d’elite. Le forze aviotrasportate sono state pesantemente coinvolte in diverse operazioni fallimentari dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina. L’intelligence di Londra cita a questo proposito il tentativo, fallito, di avanzare su Kiev attraverso l’aeroporto di Hostomel a marzo, lo stallo, da aprile, dell’offensiva a Izyum da aprile e le recenti e costose traversate fallite del fiume Siverskyi Donets. Le forze aviotrasportate sono composte da circa 45.000 uomini, principalmente soldati professionisti a contratto. Sono state impiegate in missioni più adatte alla fanteria corazzata più pesante e ha subito pesanti perdite durante la campagna, che probabilmente riflette una cattiva gestione strategica di questa capacità e l’incapacità della Russia di garantire la superiorità aerea. I filo-russi nelle regioni di Lugansk e Donetsk rivendicano la cattura di circa 8.000 i prigionieri di guerra ucraini. «Ci sono molti prigionieri. Certo, ce ne sono di più sul territorio della Repubblica popolare di Donetsk, ma anche noi ne abbiamo abbastanza e ora il numero totale è di circa 8.000. Centinaia se ne aggiungono ogni giorno», ha spiegato un funzionario di Lugansk.

Lavrov: "Il piano di pace italiano non è serio"

Il piano di pace italiano sull’Ucraina «non è serio». Da Mosca arriva una nuova bocciatura, questa volta dal ministro degli Esteri Sergei Lavrov, dopo che due giorni fa si era espresso contro il vice presidente del Consiglio di sicurezza Dmitry Medvedev. «Nessuno ci ha consegnato niente, possiamo solo essere guidati dalle speculazioni, dalle descrizioni di questa iniziativa che appaiono sui media», ha esordito Lavrov, in un’intervista a Rt arabic. Salvo poi aggiungere: «Per quanto ne so, dice che la Crimea e il Donbass dovrebbero far parte dell’Ucraina ricevendo ampia autonomia. Bene, politici seri che vogliono ottenere un risultato e non si impegnano in autopromozione davanti agli elettori non possono proporre queste cose». Il ministro degli Esteri russo cita poi il collega italiano Luigi Di Maio, che «è entrato nello spazio mediatico, facendo così attivamente pubblicità all’iniziativa in quattro punti: l’abbiamo solo letta, abbiamo letto che questa iniziativa può portare alla pace da tanto attesa». Il capo della diplomazia di Mosca ha osservato che, secondo i media italiani, questa iniziativa può «non solo soddisfare Russia e Ucraina ma anche creare un nuovo processo di Helsinki, nuovi accordi sulla sicurezza» e che è «già stata sostenuta dai Paesi del G7e dal segretario generale dell’Onu Antonio Guterres». «Non so se questo sia vero o no», ha concluso scettico Lavrov, ma «questo provocherebbe rammarico per il livello di comprensione che gli autori di questa iniziativa hanno della situazione e per la loro conoscenza dell’argomento, per la storia di questa questione». Nessun «gendarme mondiale» sarà in grado di fermare i Paesi del mondo che vogliono perseguire una politica indipendente. Lo ha affermato il presidente russo Vladimir Putin al Forum economico eurasiatico, secondo quanto riporta l’agenzia Tass. «Sempre più paesi nel mondo vogliono perseguire e perseguiranno una politica indipendente. E nessun gendarme mondiale sarà in grado di sospendere questo naturale processo globale, nessuna forza sarà sufficiente», ha detto Putin.  Il presidente russo ha affermato che l’Occidente fallirà nel suo tentativo di isolare la Russia e dovrà far fronte a crescenti problemi economici. E ha affermato che Mosca non si tirerà fuori dalla cooperazione internazionale. Cercare di isolare la Russia è «impossibile, assolutamente irrealistico nel mondo moderno» e «coloro che cercano di farlo si fanno male», ha detto Putin. Il leader russo ha fatto riferimento alle crescenti sfide economiche in Occidente, tra cui «l’inflazione mai vista in 40 anni, la crescente disoccupazione, i problemi nelle catene di approvvigionamento e l’aggravarsi delle crisi globali in ambiti così delicati come quello alimentare». «Questo non è uno scherzo», ha detto, «è una cosa seria che avrà un impatto sull’intero sistema di relazioni economiche e politiche». Il leader ha poi criticato l’Occidente per aver sequestrato i beni russi, dicendo che «il furto di beni altrui non ha mai portato a nulla di buono».

Telefonata Putin-Draghi: "Continueremo a fornire gas all'Italia"

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha avuto oggi pomeriggio una conversazione telefonica con il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin. Il colloquio si è incentrato sugli sviluppi della situazione in Ucraina e sugli sforzi per trovare una soluzione condivisa alla crisi alimentare in atto e alle sue gravi ripercussioni sui Paesi più poveri del mondo. Il presidente russo Vladimir Putin ha assicurato al premier italiano Mario Draghi che la Russia è determinata a continuare a garantire forniture ininterrotte di gas all’Italia. È quanto fa sapere il Cremlino.