D'improvviso il più molestato di tutti appare proprio quel ragazzo strizzato dalla folla a cui Blanco "prende la mano". Prima costretto (presumiamo) dalla sua ragazza a farsi strada per farsi filmare in prima fila, e poi beffato dal gesto che ha rovinato l'idillio...
Il caso del “Blanco molestato” conquista le cronache grazie a una clip girata da una fan, tra la folla in piazza Duomo. Si sente la sua voce fuori campo che stigmatizza il siparietto con queste parole: «Grazie a quella che ha messo la mano sul ca**o di Blanco rovinandomi il video dove lui prende per mano il mio fidanzato». Lamento sarcastico che invita a una riflessione ben più ampia di quella trattata dai giornali.
L’inviata sul campo, impegnata a riprendere col suo cellulare la performance del nostro, lo dice chiaramente: la mano sul pacco rovina l’inquadratura, che aveva come scopo quella di rappresentare il contatto, più amoroso che erotico, tra il fidanzato e il cantante. Non trova disturbante il gesto in sé, ma l’invadenza della strizzatina in un momento irripetibile in cui le dita dei due si incrociano in un gesto di comunione molto spirituale e sobriamente fisico. La dimensione apollinea del compagno contro la presa dionisiaca della fan anonima.
Se solo l’avvocata Giulia Bongiorno, che ha presto ricordato come si tratti di violenza sessuale, punibile dai 6 ai 12 anni di galera, conoscesse questa parte del racconto, invocherebbe pene ben più severe. Lei si limita al gesto congelato nel fotogramma. E ci sta che, supponendo il mancato consenso del cantante, si possa parlare di molestia. Per quanto, ingenuo io, non capisco perché del toccare il corpo di una star che si butta tra la folla, un rito che da Cristo a Jim Morrison grida “prendete e mangiatene tutti”, sacrificatemi e divoratemi in un’orgia d’amore (o bagno d’amore, come lo stesso Blanco ha commentato sui suoi social), ci si debba limitare al pisello. A me darebbe molto fastidio pure sentire le mani nei capelli, quindi non mi avvicinerei mai alla platea, anche se docciata con amuchina, ma infatti nessun palco mi prevede.
La Bongiorno, dicevamo, si limita alla strizzatina rock, ignorando l’aggravante perpetrata dalla virago dall’artiglio facile: non aver considerato la presenza della spettatrice munita di smartphone intenta a immortalare l’impresa del suo ragazzo, convinto a suon di preghiere (presumiamo) a farsi schiacciare dalla folla adorante pur di raggiungere la prima fila a favore di camera. È lui che, stretto tra Blanco che «lo prende per mano», la fidanzata che registra l’evento e la palpatina sabotatrice, appare d’improvviso come il più molestato di tutti.
Il “Blanco molestato” e la “vittima” dimenticata
Il caso del “Blanco molestato” conquista le cronache grazie a una clip girata da una fan, tra la folla in piazza Duomo. Si sente la sua voce fuori campo che stigmatizza il siparietto con queste parole: «Grazie a quella che ha messo la mano sul ca**o di Blanco rovinandomi il video dove lui prende per mano il mio fidanzato». Lamento sarcastico che invita a una riflessione ben più ampia di quella trattata dai giornali.
L’inviata sul campo, impegnata a riprendere col suo cellulare la performance del nostro, lo dice chiaramente: la mano sul pacco rovina l’inquadratura, che aveva come scopo quella di rappresentare il contatto, più amoroso che erotico, tra il fidanzato e il cantante. Non trova disturbante il gesto in sé, ma l’invadenza della strizzatina in un momento irripetibile in cui le dita dei due si incrociano in un gesto di comunione molto spirituale e sobriamente fisico. La dimensione apollinea del compagno contro la presa dionisiaca della fan anonima.
Se solo l’avvocata Giulia Bongiorno, che ha presto ricordato come si tratti di violenza sessuale, punibile dai 6 ai 12 anni di galera, conoscesse questa parte del racconto, invocherebbe pene ben più severe. Lei si limita al gesto congelato nel fotogramma. E ci sta che, supponendo il mancato consenso del cantante, si possa parlare di molestia. Per quanto, ingenuo io, non capisco perché del toccare il corpo di una star che si butta tra la folla, un rito che da Cristo a Jim Morrison grida “prendete e mangiatene tutti”, sacrificatemi e divoratemi in un’orgia d’amore (o bagno d’amore, come lo stesso Blanco ha commentato sui suoi social), ci si debba limitare al pisello. A me darebbe molto fastidio pure sentire le mani nei capelli, quindi non mi avvicinerei mai alla platea, anche se docciata con amuchina, ma infatti nessun palco mi prevede.
La Bongiorno, dicevamo, si limita alla strizzatina rock, ignorando l’aggravante perpetrata dalla virago dall’artiglio facile: non aver considerato la presenza della spettatrice munita di smartphone intenta a immortalare l’impresa del suo ragazzo, convinto a suon di preghiere (presumiamo) a farsi schiacciare dalla folla adorante pur di raggiungere la prima fila a favore di camera. È lui che, stretto tra Blanco che «lo prende per mano», la fidanzata che registra l’evento e la palpatina sabotatrice, appare d’improvviso come il più molestato di tutti.
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