«Questo centrodestra è casa comune di tutti, ma per vincere deve tornare ad avere una forte connotazione liberale, cristiana, garantista, europeista ed atlantista.  La nostra connotazione, quindi». Dopo giorni di veleni, fibrillazioni e venti di scissione dentro Forza Italia, Silvio Berlusconi chiude la tradizionale  due giorni azzurra a Napoli, alla Mostra d’Oltremare, provando a rinsaldare le file. Acclamato dalla platea al coro di «Silvio Silvio», appena il presidente di Fi entra alla Fiera il salone viene avvolto da una grande bandiera tricolore che "sventola" sulle teste di tutti i presenti. FORZA ITALIA È IL CENTRODESTRA «L’ho detto a Roma qualche settimana fa e lo ripeto oggi: Forza Italia non fa parte del centro-destra, ma Forza Italia è il centro-destra. Lo è nel senso del Partito Popolare europeo, di cui siamo componente fondamentale e che siamo orgogliosi di rappresentare in Italia. Siamo un centro alternativo alla sinistra e distinto dalla destra con la quale siamo leali alleati», dice Berlusconi, definendosi «napoletano di Milano». «Quello con noi è l’unico centro-destra possibile. Senza di noi non ci sarebbe un centro-destra ci sarebbe una destra-destra», spiega l'ex premier. «Abbiamo lavorato ventotto anni per costruire e tenere in vita un centro-destra di governo, un centro-destra capace di vincere le elezioni, un centro-destra capace di governare il Paese, un centro-destra autorevole e credibile in Europa e nel Mondo. Ci siamo assolutamente riusciti». L'UCRAINA HA IL DIRETTO DI DIFENDERSI Poi è la volta di un segnale alla parte moderata del partito, preoccupata dalla deriva, definita filo russa, del leader azzurro, che rendono Forza Italia troppo simile alla Lega. «L’Ucraina è il paese aggredito e noi dobbiamo aiutarlo a difendersi», chiarisce subito per scongiurare nuovi equivoci. «Siamo i soli ad avere sempre sostenuto, in ogni occasione, dal governo e dall’opposizione, le nostre truppe impegnate all’estero nelle missioni di pace, schierandoci senza esitazione con la nostra bandiera, con le donne e gli uomini delle nostre Forze Armate», scandisce Berlusconi, convinto che Fi non debba chiedere scusa di nulla. Forza Italia «si fonda su principi liberali, cristiani, garantisti, europeisti e atlantisti. Siamo i soli a non dover chiedere scusa di nulla per il nostro passato. Ad essere stati sempre dalla parte della libertà, della democrazia, dell’Europa e dell’occidente». A differenza degli avversari, argomenta Berlusconi. «Apprezzo molto lo zelo atlantista di queste settimane del Partito democratico, vorrei solo ricordare che la storia della sinistra italiana non è sempre stata questa. Non parlo soltanto dell’opposizione feroce del Partito comunista all’ingresso dell’Italia nella Nato, né del sostegno all’invasione dell’Ungheria: voglio ricordare in tempi molto più recenti, negli anni ’80, l’altrettanto feroce opposizione alla decisione del Governo Craxi di installare i cosiddetti "euromissili" per rispondere alla minaccia dei missili sovietici puntati direttamente contro il nostro Paese». LEALI CON DRAGHI, MA MAGGIORANZA INNATURALE Berlusconi garantisce il sostegno del suo partito a Mario Draghi fino alla scadenza naturale della legislatura, ma rivendica il ruolo determinante di Forza Italia a difesa delle battaglie storiche del centrodestra. «Questa al governo è una maggioranza composita, lo sappiamo, una maggioranza in qualche modo innaturale, ma necessaria per fronteggiare l’emergenza. È una maggioranza della quale fanno parte forze politiche con le quali torneremo presto a confrontarci da avversari», afferma. Ma «sulla politica fiscale abbiamo rispettato l’impegno di non aumentare le tasse e anche con questo governo i nostri parlamentari si sono battuti scongiurando l’aumento delle tasse sulla casa, sulla base del loro valore commerciale. È una battaglia che abbiamo vinto nonostante le forti opposizioni che abbiamo avuto». Ora tocca guardare al futuro, rispolverando i cavalli di battaglia del passato: «Solo la flat tax può costituire la base per una ripartenza strutturale» e per «rimettere in moto il nostro paese», continua Berlusconi. REFERENDUM E RIFORMA GIUSTIZIA Che poi parla dei referendum sulla giustizia e invita tutti ad andare alle urne. «Il 12 giugno si terranno dei referendum fondamentali, in materia di giustizia. Referendum che potrebbero contribuire a cambiare davvero il rapporto fra lo stato e il cittadino e fare dell’Italia un Paese più garantista e quindi più libero. Incredibilmente, di questi referendum si parla poco o nulla, incredibilmente si è deciso di votare in un giorno soltanto, il 12 giugno. Io rivolgo un appello accorato a tutti gli italiani perché vadano a votare e diano il loro voto su un argomento che, prima o poi, potrebbe riguardarli tutti personalmente». E sulla riforma della giustizia, precisa: «Noi vorremmo operare una riforma della magistratura che non vuole essere punitiva ma valorizzare tanti giudici onesti e corretti messi in minoranza da maggioranze politicizzate. Noi vogliamo una riforma nell’interesse dei magistrati e dei cittadini, che hanno diritto a giudici imparziali, di essere trattati da innocenti fino al terzo grado di giudizio, di non stare in carcere ad aspettare una sentenza che anche se di assoluzione non ripaga certo di una vita rovinata. Non si può andare avanti così se vogliamo essere una vera democrazia». DI NUOVO IN CAMPO PER VINCERE «Da oggi sarò di nuovo in campo con voi e dobbiamo tirarci su le maniche e lavorare con l’impegno di sempre, con rinnovato entusiasmo», annuncia poi Berlusconi. «In primavera saremo pronti per la sfida decisiva, per tornare alla guida del Paese. Io sarò con voi in ogni passaggio, tornerò ad andare in televisione, e a partecipare a incontri come questo nelle principali città italiane. Da oggi siamo tutti mobilitati per vincere. Possiamo farlo, io sarò in campo con voi, ma soprattutto vi dico che possiamo farlo perchè voi, il meraviglioso popolo di Forza Italia, avete la determinazione, l’energia, l’entusiasmo, la passione, per realizzare ancora una volta un grande miracolo». MA LE TENSIONI RESTANO Ma nonostante i tentativi di distendere gli animi, le perplessità dentro Forza Italia restano. Come testimoniato dal commento di Maria Stella Gelmini, ministro per gli Affari regionali e le autonomie, in rotta di collisione con linea del partito: «L’Italia non può essere il ventre molle dell’Occidente e soprattutto non può diventarlo per responsabilità di Forza Italia. Le parole di Berlusconi di ieri purtroppo non smentiscono le nostre ambiguità», dice la ministra. «Oggi più che ascoltare le parole di Putin occorre ascoltare il grido di dolore dell’Ucraina, violentata e oppressa dall’invasore».