Settecento carri armati distrutti dall’esercito ucraino o comunque messi in condizione di non nuocere in meno di tre mesi, praticamente un quarto dei mezzi disponibili. Si tratta di una cifra colossale che ci restituisce un’immagine precisa delle enormi difficoltà incontrate dall’armata russa nella sua “operazione speciale”.

I dati sono disponibili sul sito  oryxspioenkop. com, un “counter” quotidiano che aggiorna le perdite subite da entrambi gli schieramenti, utilizzando criteri di conteggio oggettivi e ignorando le rispettive propagande ( Kiev afferma di aver fatto a pezzi addirittura 1300 tanks). A cosa è dovuta questa ecatombe di mezzi blindati? In primo luogo alle loro caratteristiche tecniche: in Ucraina Mosca ha dispiegato in prevalenza vecchi T- 72 e in minima parte i più moderni T- 80 e T- 90. Tutti e tre i modelli hanno infatti le munizioni stoccate all’esterno dello scafo: «Ogni volta che vengono colpiti, le munizioni rischiano di esplodere: sono particolarmente esposti al tiro dei missili Javelin americani o dei britannici NLAW», spiega a Le Monde un ufficiale dell’esercito francese. Inoltre non sono dotati di sistemi di difesa efficaci contro i razzi anti- carro e spesso sui lati hanno delle protezioni artigianali aggiunte dai soldati di Mosca.

Li abbiamo visti, in questi tre mesi di guerra, i blindati russi fumanti e abbandonati sul ciglio delle strade, bersagli facilissimi della resistenza ucraina equipaggiata con i sofisticati armamenti degli alleati occidentali: la tattica scelta da Kiev e probabilmente suggerita dagli esperti della Nato è stata far penetrare facilmente i carri all’interno del territorio per colpirli con attacchi laterali “mordi e fuggi” grazie alle segnalazioni dei droni. A quasi cento giorni dall’inizio della guerra, l’armata russa sembra però aver capito la lezione e nelle ultime settimane il numero di veicoli perduti si è fortemente ridotto grazie a strategie più accorte e all’impiego massiccio dei blindati “BMBT Terminator”, loro sì all’avanguardia, che servono a “scortare” i carri sui fianchi negli scenari di guerra e guerriglia urbana.