Il politologo Roberto D’Alimonte crede che «la riforma della legge elettorale si farà solo se tutti i maggiori partiti accetteranno un proporzionale con premio di maggioranza oppure se tutti i maggiori partiti, con l’esclusione di Fratelli d’Italia, accetteranno un proporzionale senza premio».

Professor D’Alimonte, crede che il Parlamento attuale riuscirebbe a cambiare la legge elettorale, visto l’orientamento degli schieramenti presenti e i dieci mesi mancanti da qui alla fine della legislatura?

Non credo proprio. Cambiare le leggi elettorali è sempre difficile. Lo è ancora di più farlo con una larga maggioranza. Questa legge elettorale conviene al centro- destra perchè, rebus sic stantibus, se fanno una coalizione prima del voto è molto probabile che ottengano la maggioranza assoluta dei seggi alle prossime elezioni. Perchè dovrebbe cambiare a favore di un sistema proporzionale ? E se il centro- sinistra tentasse di approvare una riforma elettorale proporzionale contro il centro- destra metterebbe a rischio la sopravvivenza del governo Draghi.

Nonostante al centrodestra convenga l’attuale legge elettorale, pensa che la divisione tra Lega e Forza Italia al governo e Fratelli d’Italia all’opposizione potrebbe cambiare le carte in tavola?

Le divisioni all’interno del centro- destra complicano le cose ma la prospettiva di poter vincere le prossime elezioni è un incentivo così forte che secondo me, nonostante tutto, si metteranno d’accordo. Certo non sarà facile scegliere insieme centinaia di candidati comuni da presentare nei collegi uninominali di Camera e Senato. Dal punto di vista dei partiti questo è il problema dell’attuale sistema elettorale. È un problema per il centro- destra e lo è per il centro- sinistra. Tanto che qualche tempo fa si discuteva di una riforma elettorale che sostituisse i collegi uninominali con un premio di maggioranza da assegnare a certe condizioni. L’aveva proposta il Senatore Parrini del Pd.

Cosa cambierebbe con un sistema del genere?

Con un sistema del genere le coalizioni prima del voto si farebbero comunque, per massimizzare la possibilità di conquistare il premio, ma ogni partito si presenterebbe con la sua lista di candidati. Non ci sarebbe più la necessità di presentare candidati comuni. Oggi non ne sento più parlare ma potrebbe tornare di moda tra qualche tempo. A me pare l’unica riforma su cui potrebbero convergere i maggiori partiti dei due schieramenti. Resto però convinto che alla fine non se ne farà nulla e si andrà a votare nella primavera del 2023 con l’attuale legge elettorale.

Anche nel centrosinistra il dibattito è aperto: a chi tra Pd e Movimento 5 Stelle conviene di più che le cose restino come ora, e a chi converrebbe cambiare qualcosa?

Nel centro- sinistra c’è tanta voglia di proporzionale. Da sempre il M5S è schierato su questa posizione. Per la precisione, proporzionale senza premio di maggioranza. Il Pd è diviso. Anche lì ci sono tanti proporzionalisti ma ci sono anche i fautori del maggioritario o quanto meno di sistemi misti. Con un sistema proporzionale senza premio di maggioranza, come quello proposto dal M5S e che porta il nome dell’ onorevole Brescia, presidente pentastellato della commissione Affari Costituzionali della Camera, ogni partito sarebbe libero di presentarsi davanti agli elettori senza accordi preventivi e senza candidati comuni. Le decisioni sulle alleanze per formare un governo verrebbero prese solo dopo il voto e senza dover rischiare la reazione degli elettori nelle urne.

Con un avvicinamento tra i due partiti, che in questo momento sembrano tutto tranne che alleati…

In questo modo diventerebbe più semplice il rapporto tra Pd e M5S, che la guerra in Ucraina sta rendendo sempre più complicato. Però come ho già detto non penso che Pd e M5S, magari con l’appoggio di partiti minori di sinistra e di centro, vogliano andare allo scontro in Parlamento per far passare una riforma del genere. In una recente intervista al Corriere della Sera Letta lo ha fatto capire chiaramente. Una riforma elettorale di stampo proporzionale si potrebbe fare solo se Forza Italia e Lega fossero d’accordo, ma per le ragioni che ho spiegato sopra non credo che questo avverrà.

C’è poi tutta una galassia centrista che va da Renzi a Calenda, passando per i moderati vicini al centrodestra. Verso quale sistema pensa che si orienteranno questi cosiddetti “partitini”?

Alla maggior parte di loro conviene un sistema proporzionale con soglia di sbarramento bassa o con un diritto di tribuna significativo. Ma non hanno voce in capitolo. Torno a ripetere che la riforma si farà solo se tutti i maggiori partiti accetteranno un proporzionale con premio di maggioranza oppure se tutti i maggiori partiti, con l’esclusione di Fratelli d’Italia, accetteranno un proporzionale senza premio.