«Nessuno vuole schierarsi con il perdente». A quattro giorni dalla nomina del nuovo procuratore antimafia, a Palazzo dei Marescialli tutti cominciano a fare i conti. Perché mai come questa volta la partita si giocherà all’ultimo minuto. L’esercizio più in voga è dunque interpretare i silenzi dei consiglieri che mercoledì si siederanno in plenum per decidere chi tra Giovanni Russo (che ha ottenuto due voti in Commissione), Nicola Gratteri ( due voti) e Giovanni Melillo (un voto) sarà il successore di Federico Cafiero de Raho, andato in pensione a febbraio scorso per sopraggiunti limiti d’età. Perché a indirizzare gli indecisi sarà soprattutto la possibilità di schierarsi sin dall’inizio con il vincitore.

«C’è enorme incertezza», dice una fonte del Csm. Ed è una lotta sul filo del rasoio, sulla quale incide anche la campagna elettorale già in corso per la nomina del futuro Consiglio superiore della magistratura, che dunque vede le correnti attive più che mai. Uno dei fattori che potrebbero incidere sarà quello «della territorialità», proprio in vista dell’appuntamento elettorale. E quindi puntare sul cavallo vincente potrebbe aiutare anche nel momento in cui ci si ritroverà alle urne per decidere chi occuperà i seggi di Palazzo dei Marescialli.

Si tratterà di una «partita a scacchi», che si giocherà in due fasi. Perché salvo un passo indietro di Russo - attuale reggente della Dna -, così come gli era stato richiesto già quando la questione era pendente in Commissione Direttivi, la nomina si deciderà al ballottaggio. Il leghista Stefano Cavanna si è già schierato con il procuratore di Catanzaro Gratteri. Una posizione, la sua, che ricalca altre precedenti votazioni in Consiglio, data la sua comunanza di idee con i magistrati antimafia che siedono a Palazzo dei Marescialli. Assieme a lui potrebbe fare la stessa scelta anche l’altro leghista, Emanuele Basile. E ciò nonostante si tratti di un penalista, andando dunque in controtendenza rispetto al sentire comune dell’Unione delle Camere penali. Gli altri voti saranno quelli del togato Sebastiano Ardita e del laico Fulvio Gigliotti ( che hanno già votato per lui in Commissione), quello del togato Nino Di Matteo e degli altri due esponenti di Autonomia & Indipendenza. Ballano poi i voti di altri due laici in quota 5 Stelle, Filippo Donati e Alberto Maria Benedetti, che però, secondo voci di corridoio, potrebbero anche virare su Melillo.

Con Russo, fratello del deputato forzista Paolo, dovrebbero schierarsi i togati di Magistratura Indipendente, che possono garantire un totale di quattro voti, e il forzista Alessio Lanzi, che ha votato per lui in V Commissione assieme al togato di MI Antonio D’Amato. Rimane invece in bilico la posizione dell’altro laico di Forza Italia, Michele Cerabona, che potrebbe invece scegliere di votare Melillo, attuale capo della procura della sua città, Napoli.

Dal canto suo, l’ex capo di gabinetto dell’allora ministro della Giustizia Andrea Orlando può contare sui cinque voti del gruppo di Area a Palazzo Marescialli. Ma le voci sulla possibilità che ad esprimere una preferenza siano anche i tre membri del comitato di presidenza si fanno sempre più insistenti. E in quel caso, il vicepresidente David Ermini ( il cui voto vale doppio in caso di parità), il procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi, e il primo presidente, Pietro Curzio, potrebbero sbilanciarsi proprio per Melillo, culturalmente più vicino alle loro posizioni. Ermini si è sempre astenuto durante le votazioni, salvo in situazioni di unanimità o quasi unanimità, per dirimere la questione. Ma di fronte ad una nomina importante come questa le quotazioni su un suo voto crescono enormemente.

L’incognita rimane, dunque, UniCost, che in Commissione, dove siede il togato Michele Ciambellini, si è astenuta. È possibile che faccia la stessa scelta anche al primo giro di votazioni in plenum, per poi schierarsi al secondo giro, mettendo sul piatto i suoi tre voti. E anche in quel caso potrebbe giocare a favore di Melillo il fatto che tra le toghe di UniCost ci siano due napoletani: Ciambellini e Carmelo Celentano.