È prevista per il 4 maggio la nomina del nuovo procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo. Il Csm ha infatti calendarizzato per mercoledì prossimo la seduta di plenum che prevede il voto per il successore di Federico Cafiero de Raho, dopo il deposito delle relazioni dei tre relatori sui nomi proposti dalla Commissione direttivi e il concerto della ministra Marta Cartabia. In ballo ci sono Nicola Gratteri, attuale capo della procura di Catanzaro (che ha ottenuto due voti), Giovanni Melillo, oggi procuratore capo a Napoli (un voto), e Giovanni Russo, procuratore aggiunto alla Direzione nazionale antimafia ( due voti). Ma la decisione è tutt’altro che scontata: «Il quadro è più complesso del solito», aveva evidenziato dopo la decisione della direttivi una fonte del Csm. Anche perché fino all’ultimo in Commissione hanno sperato in un passo indietro di Russo, braccio destro di de Raho fino a poche settimane fa e fratello del deputato forzista Paolo, che però non ha voluto ritirare la propria candidatura.

In questo quadro, Melillo, nonostante tutto, risulterebbe comunque ancora pienamente in gioco, potendo contare sui cinque voti del gruppo di Area a Palazzo Marescialli e, molto probabilmente, in caso decidano di esprimere una preferenza, su quelli del procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi, e del primo presidente, Pietro Curzio. Il procuratore di Napoli ed ex capo di gabinetto dell’allora ministro della Giustizia Andrea Orlando, dunque, potrebbe già partire con una base di sette voti. Così come Gratteri che, oltre che sul voto del togato Sebastiano Ardita e del laico Fulvio Gigliotti, potrebbe contare su quello del togato Nino Di Matteo e degli altri due esponenti di Autonomia & Indipendenza. Gli altri due voti sarebbero quelli dei due laici in quota 5 Stelle, Filippo Donati e Alberto Maria Benedetti, che però, secondo alcuni osservatori esterni, potrebbero sorprendere le aspettative e virare su Melillo, data la vicinanza alla corrente filodem del Movimento.

Con Russo, invece, dovrebbero schierarsi i togati di Magistratura Indipendente, che possono garantire un totale di quattro voti, mentre rimane vaga la posizione degli altri quattro laici, due di Forza Italia e due della Lega. Il voto del forzista Alessio Lanzi a favore dell’attuale reggente della Dna potrebbe replicarsi anche in plenum e potrebbe trascinare con sé anche quello dell’altro forzista a Palazzo dei Marescialli, ma non è detto che qualcuno non si esponga per Melillo. «Stavolta credo proprio ognuno per sé», si è lasciato infatti sfuggire un consigliere. Il che vuol dire che la scelta si consumerà all’ultimo minuto.

La nomina arriverà in tempo per consentire al nuovo numero uno di via Giulia di partecipare alla prima Conferenza internazionale dei procuratori generali del Consiglio d'Europa, che comincerà il 5 maggio a Palazzo dei normanni a Palermo e che prevede la presenza di oltre 46 delegazioni. La Conferenza rientra nell'ambito del semestre di presidenza italiana del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa.