Oleksii Plotnikov è un avvocato esperto in diritto internazionale. La guerra in Ucraina ha cambiato la sua vita. Dopo alcune esperienze professionali in giro per l’Europa, a partire da Manchester, tanti progetti professionali adesso sono stati congelati.

«Prima di tutto – racconta al Dubbio – viene la difesa delle nostre città. Ed io sto difendendo la mia: Odessa».

Com'è la situazione in questi giorni?

Odessa è uno degli obiettivi principali per i russi. Si tratta di una importante città di mare e dal grande valore storico e simbolico. Abbiamo avuto attacchi missilistici e bombardamenti dal mare. Piccole unità di squadre speciali russe hanno tentato di raggiungere la città, ma sono state allontanate. Ci aspettavamo un'invasione dal mare, ma sembra che i russi siano ora incapaci di un’operazione del genere a causa delle pesanti perdite subite e delle forti difese erette da noi ucraini. La città è relativamente intatta, ma la situazione generale è tutt'altro che rilassata. Abbiamo ancora incursioni aeree e attacchi missilistici.

Per il momento tanti avvocati e giuristi hanno sospeso il loro lavoro. Anche lei sta difendendo l’Ucraina?

Sono entrato nelle Forze di difesa territoriale, che sono inquadrate nell'esercito. Siamo stati addestrati ad agire come ausiliari delle truppe regolari nel caso in cui il nemico dovesse avvicinarsi alla nostra regione e alla nostra città. La Difesa territoriale a Kiev, Kharkiv, Mykolaiv e in molti altri luoghi è ora impegnata in pesanti combattimenti. Situazione un pochino diversa qui, perché i russi non sono riusciti a sfondare ad Odessa. Ma siamo pronti a difenderci.

L'attacco della Russia è una grave violazione internazionale. Lei è impegnato a raccogliere le prove dei crimini contro l'umanità e di altri crimini?

Sono stato coinvolto in questo tipo di attività sin dal 2015, quando mi sono offerto volontario per una missione conoscitiva nella regione di Donetsk. La mia attività più recente, prima del 24 febbraio 2022, è stata un progetto sull'ammissibilità dei casi ucraini davanti alla Corte penale internazionale dell’Aja. Abbiamo lavorato molto per raccogliere le prove dei crimini internazionali. Attualmente, sono nell'esercito e quindi non posso svolgere il mio lavoro di legale. So che i miei colleghi, comunque, stanno facendo un ottimo lavoro nella raccolta di prove di crimini di guerra e crimini contro l'umanità, senza tralasciare il crimine di aggressione. Gli uffici dei pubblici ministeri sono supportati dal lavoro delle Ong, dei professori universitari, dei giuristi e degli avvocati.

Secondo lei, Vladimir Putin verrà giudicato davanti a un Tribunale internazionale?

Sono assolutamente certo che la Corte penale internazionale riuscirà a far valere la sua giurisdizione. Si sente spesso parlare pure di un possibile Tribunale speciale, una sorta di seconda Norimberga. Forse, questa può essere una soluzione. Temo, però, che questo Tribunale non potrebbe agire senza una vittoria militare dell’Ucraina. Ma mi consenta di aprire un’altra riflessione, approfittando di parlare al giornale degli avvocati italiani.

Dica pure…

L'Europa deve rendersi conto che questa non è una crisi circoscritta a due Paesi, l’Ucraina e la Russia. Abbiamo subito un’aggressione e un’occupazione militare dal 2014 che l’Europa non è riuscita a valutare adeguatamente, facendo passare troppo tempo prima di accorgersi della gravità della situazione. Tutto questo ha invogliato l’aggressore russo a realizzare un'invasione su vasta scala. Ora l’Europa deve rivedere il suo modo di agire. Non ci sarà più nessun ' business as usual'. Siamo di fronte ad una guerra dalle dimensioni enormi e occorre agire di conseguenza.