Nemmeno il tempo dei primi raggi di sole che Roma torna a popolarsi di turisti, e la politica capitolina di polemiche. Prima tra tutte, quella sullannosa questione dei rifiuti, che ha visto protagonisti lex candidato sindaco, Carlo Calenda, e lassessore al Patrimonio e alle Politiche Abitative, Tobia Zevi. Tutto nasce da una nota del primo, che si autodefinisce «prudente» nel dare un giudizio sulloperato del neosindaco dem Roberto Gualtieri. «Ho applicato gli stessi parametri di giudizio che avrei chiesto di applicare a me se fossi stato eletto - aggiunge Calenda - Ma va detto che con larrivo dei turisti la città è diventata uno schifo oltre ogni immaginazione: non ci sono miglioramenti nella pulizia, nei trasporti, nel decoro, nella presenza dei vigili». Per poi aggiungere che «metropolitane e ferrovie sono nel caos» mentre «continuano i no al Termovalorizzatore contro ogni evidenza». Secondo lex ministro «la subalternità ai sindacati e al sistema di potere del Pd è totale» e il tutto è da considerarsi un «pessimo inizio». Ma la risposta della giunta non si fa attendere. «Lopposizione ha tutto il diritto di criticare, ma a che cosa serve farlo con un atteggiamento distruttivo? - chiede lassessore direttamente a Calenda - Avresti potuto rimanere consigliere, facendo politica in Aula per Roma, anziché dimetterti e limitarti a criticare dalla tua vacanza in Grecia». Aggiungendo poi di essere «profondamente convinto» che lattuale giunta capitolina, «in carica da pochi mesi», riuscirà a «ricostruire Roma» e sottolineando la «grande emozione» nel vedere Roma «nuovamente piena di turisti, con i musei colmi e i ristoranti a pieno servizio». Nella polemica sinserisce il consigliere del M5S e vicepresidente dellAssemblea capitolina, Paolo Ferrara. «Uno dice che linizio dellamministrazione Gualtieri è pessimo, laltro lo accusa di essere distruttivo - spiega Ferrara - Quella che versa in uno stato pessimo e distruttivo è la Capitale, non certo Calenda o Zevi: uno se ne sta in Grecia, laltro (insieme ai suoi compari) dribbla ogni responsabilità, giustificandosi di essere al suo posto da soli sette mesi». Ma secondo lesponente grillino «non funziona così», perché, conclude, «la responsabilità è loro eccome, e le risposte da dare ai romani anche».