«Siamo una coalizione e non un partito unico e così proseguiremo». Il vicepresidente di Forza Italia e coordinatore unico del partito Antonio Tajani esclude per ora ogni ipotesi di fusione tra azzurri e Carroccio, nonostante la sintonia registrata ultimamente su fisco e giustizia portata al tavolo dell’esecutivo guidato da Mario Draghi. «Siamo insieme al governo e, come Forza Italia, abbiamo espresso posizioni chiare sulle tasse e sulla casa. Posizioni che sosteniamo da sempre», spiega al Dubbio Tajani. «Bene che ci sia convergenza con gli alleati della Lega, ma si tratta di posizioni coincidenti sui contenuti che non possono avere altre interpretazioni». Non è dunque tempo di pensare a partiti unici, né a liste uniche in vista delle imminenti Amministrative.

Dopo il nulla di fatto venuto fuori dall’ultimo vertice dei big di Forza Italia, Lega e Fdi, al quale si era fatta notare l’assenza di Ignazio La Russa, la situazione in vista delle scelte dei candidati nelle principali città chiamate al voto il prossimo 12 giugno, non si è mossa di un millimetro. «Non c’è nessuna novità in vista delle prossime Amministrative», spiega il coordinatore di Forza Italia, «riprenderemo la discussione con gli alleati subito dopo le festività pasquali». Nessun effetto dirimente, dunque, hanno avuto le decisioni della Lega di correre a Palermo senza simbolo e a Genova senza il nome di Salvini.

«Si tratta di questioni interne alla Lega - taglia corto Tajani - che non ci riguardano». Del resto il segretario regionale in Sicilia per il Carroccio Nino Minardo, proprio qualche giorno fa, ha confermato l’appoggio al candidato leghista Francesco Scoma per la carica di sindaco di Palermo senza concedere nessuna ipotesi di convergenza alla candidatura targata Forza Italia Francesco Cascio. Eppure, almeno secondo le bene informate voci di corridoio, gli sherpa al lavoro per possibili liste uniche tra i due partiti non hanno mai smesso di lavorare. Lo stesso Salvini rispondendo alle domande di Bruno Vespa a Porta a Porta, incalzato sull’ipotesi di liste uniche, aveva dichiarato: «Perché no? Io lavoro per unire. Per vincere, il centrodestra dovrà essere compatto».

Il lavoro interno alla coalizione di centrodestra per arrivare a candidature condivise per le prossime Amministrative procederà sotto traccia e non senza tenere conto della posizione di Fdi che, per il momento, ha scelto un profilo piuttosto attendista continuando ad incassare dividendi, almeno per quel che riguarda i sondaggi, sfruttando il ruolo di unica opposizione al governo Draghi.

A Palermo il partito di Giorgia Meloni ha individuato da tempo in Carolina Varchi il proprio candidato sindaco facendole, di fatto, cominciare anche la campagna elettorale. Ma da qualche giorno candidatura sembra essere stata messa in stand by in attesa delle decisioni romane complessive. Chiaro che molto dipenderà anche dalle scelte che il centrodestra farà in vista delle Regionali in Sicilia dove Giorgia Meloni vorrebbe la riconferma del governatore uscente Nello Musumeci. Candidatura fortemente osteggiata dal gruppo interno a Forza Italia che si riconosce nelle posizioni di Gianfranco Miccichè e sulla quale la Lega potrebbe decidere da quale lato far pendere la bilancia.

Una situazione di stallo che si mantiene in quasi tutti i principali centri chiamati al voto, compreso Catanzaro. Nel capoluogo calabrese Fi e Lega, di nuovo insieme, hanno deciso di sostenere Valerio Donato che fino a qualche mese fa aveva la tessera del Pd e sembrava potere partecipare ad eventuali primarie del centrosinistra per la scelta del candidato sindaco. La decisione di Fi e Lega ha preso in contropiede Fdi che non ha ancora espresso la propria decisione e non esclude di poter decidere di individuare una propria candidatura autonoma.

Anche questo nodo, dunque, finirà sul tavolo dei prossimi vertici nazionali che saranno chiamati a fare chiarezza e lavorare a soluzioni che possano mantenere unita la coalizione. Del resto le amministrative di giugno e le successive regionali siciliane costituiranno un vero e proprio banco di prova per le forze politiche, oltre a fornire gli equilibri e i rapporti di forza con i quali i partiti si schiereranno ai blocchi di partenza in vista delle prossime elezioni politiche.