L’Italia è tra i Paesi che si sono offerti per garantire la sicurezza dell’Ucraina, nell’eventualità di un accordo con Mosca sullo status neutrale di Kiev. A riferirlo all’Ukrainska Pravda è il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, spiegando che manifestazioni di disponibilità sono giunte anche da altri Paesi. «Al momento non abbiamo ancora firmato nulla ma c’è una dimostrazione (di interesse, nda) da Johnson, dalla Gran Bretagna, dagli Usa, dall’Italia, dalla Turchia», ha spiegato Zelensky. «In separata sede ho parlato con Ursula (von der Leyen, ndr), con Charles Michel, con la Francia e la Germania. Terremo un primo round di colloqui a cinque (Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania, Francia e Polonia). Successivamente si uniranno altri Paesi». L’accordo di pace con la Russia dovrebbe consistere in due documenti separati: uno sulle garanzie di sicurezza, l’altro sulle relazioni tra Kiev e Mosca. Il presidente ucraino torna a parlare nel giorno in cui l'armata russa ha ripreso a bombardare città come Kiev e Leopoli e sembra essere a un passo dall'ottenere la capitolazione di Mariupol. Ed è proprio la città del Donbass diventata simbolo della resistenza che Zelensky mette sul piatto per la riapertura dei negoziati: l’eliminazione dei difensori di Mariupol significherebbe «la fine dei negoziati con la Russia», dice. «La Russia vuole che i difensori di Mariupol si arrendano ma l’Ucraina non si fida di Mosca, ricordando la battaglia di Ilovaisk nel 2014 quando i separatisti alleati di Mosca massacrarono soldati ucraini disarmati». I difensori «di Mariupol si battono uno contro sei e hanno bisogno di armi pesanti il più presto possibile», aggiunge il presidente ucraino, dopo che il leader dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, Denis Pushilin, citato dal canale di notizie russo Rossiya 24, ha minacciato di «eliminare» i combattenti ucraini che rifiuteranno di arrendersi a Mariupol. Zelensky sottolinea che, in termini di morti e distruzione, «Mariupol potrebbe essere come dieci Borodyanka e voglio dire che l’eliminazione dei nostri militari, dei nostri ragazzi, porrà fine a tutti i negoziati», ha detto Zelensky, «c’è un punto di non ritorno, perché non scambiamo i nostri territori e la nostra gente. E più posti ci saranno come Borodyanka, più difficile sarà». L’Ucraina «a essere onesti, non ha alcuna fiducia nei negoziatori» russi sulla questione di Mariupol, dice ancora Zelensky «Avevamo concordato che ci sarebbero stati corridoi umanitari. Volevamo portare via i feriti, le nostre donne e i bambini, ma la Russia si è opposta». E la situazione a Mariupol «è molto difficile. Le noste forze sono bloccate, i feriti sono bloccati. C’è una crisi umanitaria, niente cibo, né acqua, né medicine. Nondimeno i ragazzi stanno difendendo. E non ci sono abbastanza parole per ringraziarli, quindi i negoziati sono in corso. A essere onesti, non c’è fiducia nei negoziatori su Mariupol».