La Procura di Milano ha chiuso una nuova inchiesta sui verbali dell’avvocato siciliano Piero Amara nei quali l’ex legale esterno di Eni parlò della presunta Loggia Ungheria capace di condizionare le nomine in magistratura. Ad anticipare la notizia è stato il TgLa7. A coordinare le indagini sul nuovo filone sono il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e i pm Stefano Civardi e Monia Di Marco. L’ipotesi della procura è che quei verbali, coperti da segreto, circolassero in parte già prima della consegna ad aprile 2020 da parte del pubblico ministero Paolo Storari all’allora consigliere sterno del Csm Piercamillo Davigo di una versione in Word delle carte. Responsabile, per i pm milanesi, sarebbe proprio l’avvocato Amara, che per questo risulta indagato. L’ipotesi è di rivelazione di segreto in un procedimento penale. Nel febbraio del 2020, infatti, l’ex manager di Eni Vincenzo Armanna, grande accusatore nel processo Eni Nigeria, mostrò alcune pagine di quei verbali secretati all’aggiunto Laura Pedio e al pm Paolo Storari, che lo stavano interrogando. Armanna ha riferito di aver ricevuto quelle carte, in tutto una novantina di pagina, dall’avvocato Amara, che tuttavia ha sempre negato ogni coinvolgimento. La prossima settimana l’avvocato Amara verrà sentito in Procura a Milano e potrà chiarire la sua posizione.