Due avvocati che sembrano usciti direttamente da un copione di un legal drama di successo, uno anziano (80 anni), brillante e con alle spalle una lunga carriera costellata da casi famosi e controversi. L'altra più giovane (49) ma altrettanto famosa. Sono David Boies e Sigrid McCawley, i legali più celebri e celebrati degli Stati Uniti: rappresentano pro bono Virginia Giuffre, la donna che ha citato in giudizio il principe Andrea per violenza sessuale nel caso Epstein.

La carriera di Boies è iniziata presso lo studio legale Cravath, Swaine & Moore, dove si occupava di diritto societario. Boies non fa differenze tra i suoi clienti, sia le aziende sia chi le accusa portandole alla bancarotta. Nel 1997, dopo 30 anni e probabilmente troppi conflitti di interesse, lasciò l'azienda.

Uno dei credo di Boies è il denaro, costa molto e non possono permetterselo tutti. Con una parcella di circa 2mila dollari all'ora è uno degli avvocati più pagati in America. Ma fedele al suo personaggio istrionico non nasconde la sua ricchezza spendendola in case e altre proprietà.

Una vita vorticosa che lo ha fatto sposare tre volte, anche i suoi difetti sono diventati leggenda. Boies infatti è dislessico quindi durante gli interrogatori in tribunale non legge mai note scritte, con i giudici usa un linguaggio comprensibile, poco tecnico. Ciò non gli ha impedito di battere la squadra di avvocati che difendevano Bill Gates nel 1990 in un celeberrimo caso di antitrust.

Tra i suoi clienti più celebri il candidato presidente democratico Al Gore e si è battuto per il diritto al matrimonio per persone dello stesso sesso.

Ma la sua non è una carriera solo di cause esemplari, è stato legato da amicizia e ha rappresentato Harvey Wenstein, anch'esso è stato investito dalla nascita del movimento #Metoo e a distanza di tempo ha pubblicamente dichiarato di aver sbagliato ad accettare la difesa dell'ex grande produttore poi condannato per violenza sessuale. Meno vorticosa ma non per questo meno significativa la carriera di Sigrid McCawley che proprio lo scorso anno è diventata managing partner dello studio di Boies.

Lavora al caso Epstein fin dal 2015 ed è considerata uno dei principali avvocati americani per i casi di abuso sessuale. Ha sempre lavorato con le vittime delle violenze e ha fatto parte del consiglio di amministrazione di due organizzazioni senza scopo di lucro che aiutano i bambini e le famiglie bisognose: ChildNet e Jack e Jill.

Un profilo differente dal suo partner in tribunale a cui però la lega una dedizione al lavoro fortissima.

Nonostante sia madre di quattro figli, McCawley si è occupata del caso di Virginia Giuffre subito dopo essere tornata dal congedo di maternità dopo la nascita dell'ultimogenita.

La sua caratteristica principale è l'empatia che stabilisce con i clienti, un vantaggio ma anche un ostacolo nel momento in cui i casi diventano sempre più coinvolgenti come per Virginia Giuffre.

Il New York Times ha raccontato che quando Jeffrey Epstein è stato trovato morto nella sua cella di nel 2019, era in safari in Sud Africa con la sua famiglia.

Usando il suo telefono satellitare ( con cui viaggia sempre, per ogni evenienza), faceva freneticamente chiamate ai suoi clienti e ai media.

Durante il suo lavoro con gli accusatori, l'avvocato McCawley è stata oggetto di e- mail minacciose e intimidazioni, e ha riferito di essere stata seguita dalla squadra di Epstein. Nonostante ciò non si è fatta intimidire continuando la sua battaglia legale.

Ed è strano ora trovarla a fianco di Boies visto che non ha mai nascosto la sua vicinanza ideale al movimento # Metoo che considera l'inizio di un cambiamento epocale.

D'altro canto il suo genere ancora oggi le fa affrontare difficoltà che non esistono per i suoi colleghi uomini.

Descrivendo come sia spesso l'unica legale donna in un'aula di tribunale, tanto da essere scambiata per una giornalista di giudiziaria, McCawley è vista come una che va dritta per la sua strada, lavora per ottenere le risposte, indipendentemente da chi viene interrogato.

Lo testimonia l'interrogatorio della socia di Epstein, Ghislaine Maxwell. Un botta e risposta durato 12 ore che ha inchiodato l'accusata durante cui la legale non si è fatta scrupolo di insistere sul ritrovamento di alcuni sex toys e di un manichino del principe Andrea.

Quest'ultimo deve essere ancora giudicato anche se sembra essere stato trovato un accordo extragiudiziale, dal canto suo McCawley ha dichiarato di avere in programma di svolgere più lavoro pro bono con i sopravvissuti agli abusi, ' è stato un privilegio assoluto lavorare con gli accusatori di Epstein, tanto quanto è stato molto difficile, ma non tornerei indietro'.