Cercasi spazi disperatamente. I tribunali italiani stanno vivendo in questo periodo giorni alquanto frenetici. L’avvio dell’Ufficio del processo, infatti, si sta rivelando più complicato del previsto. Previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, l’Ufficio del processo dovrà offrire un contributo importante per il rispetto degli impegni presi con l’Europa ai fini dell'abbattimento dell'arretrato. A regime saranno circa 16.500 i laureati, anche con laurea triennale in materie giuridiche o economiche, chiamati in ausilio dei magistrati nella redazione delle sentenze. Equiparati ai dipendenti amministrativi, potranno accedere ai registri di cancelleria ed avranno un compenso di 1.700 euro mensili. Verrano impiegati per tre anni. Ultimate le procedure di selezione del personale nelle scorse settimane, il principale problema è adesso quello di trovargli una collocazione consona. Come anticipato dal Dubbio, la stragrande maggioranza dei palazzi di giustizia non è nelle condizioni di accogliere queste nuove immissioni. A Milano, ad esempio, si stanno cercando spazi all’esterno del tribunale. Non essendo, però, un problema risolvibile dall’oggi al domani, una soluzione tampone sarà quella di utilizzare le camere di consiglio: quando non occupate dai giudici, verranno utilizzate dai componenti dell’Ufficio del processo. Per evitare sovrapposizioni si sta poi pensando di utilizzare questo personale da remoto, potenziando la rete giustizia. Molti i malumori fra i magistrati. Il Ministero della giustizia ha inviato questo personale senza un preventivo confronto con le varie realtà territoriali, dicono le toghe. Alla fine dovranno esseri i capi degli uffici a dover trovare una soluzione. Ed è notizia recente quella che tale personale verrà impiegato anche nelle cancellerie come supporto agli amministrativi. Nelle ultime ore si segnalano diverse defezioni. Fra i motivi di questi abbandoni prima ancora di cominciare, un questione non risolta circa l'equiparazione del periodo prestato nell’Ufficio del processo ai tirocini formativi in essere ai fini dei titoli preferenziali per il  concorso in magistratura. Per risolvere i dubbi interpretativi è intervenuta una circolare ministeriale che equipara le due attività. Ma senza una legge la circolare rischia di creare confusione all’atto del futuro concorso per magistrato ordinario.